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Covid 19

Il modello Nuova Zelanda funziona, calo dei contagi per il quarto giorno consecutivo

Per il quarto giorno consecutivo la Nuova Zelanda ha registrato un calo dei contagi da Coronavirus: nelle ultime 24 ore sono stati solo 29, a conferma del fatto che il modello fin qui seguito per “eliminare” e non per contenere il virus funziona. Ma guai ad abbassare la guardia. La premier Jacinda Ardern: “Abbiamo costruito in modo silenzioso e collettivo un muro di difesa nazionale. State spezzando la catena della trasmissione. Ma rimuovere le restrizioni ora significherebbe tornare al punto di partenza”.
A cura di Ida Artiaco
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Il premier neozelandese Jacinda Ardern (Getty).
Il premier neozelandese Jacinda Ardern (Getty).
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La Nuova Zelanda è tra la prime nazioni al mondo a vedere effettivamente la luce in fondo al tunnel dell'emergenza Coronavirus. Il suo modello per "eliminazione" del virus, che è stato lodato dalla stampa internazionale, dunque funziona: per il quarto giorno consecutivo, dopo due settimane di lockdown, il numero dei contagi da Covid-19 è in calo. Nelle ultime 24 ore ne sono stati segnalati solo 29, sia confermati che sospetti. E pensare che mancano altre due settimane alla fine della quarantena che i cittadini stanno rispettando in piena regola, se si calcola che su quasi cinque milioni di abitanti le sanzioni emesse nei confronti di coloro che non hanno rispettato le misure di restrizione sono state meno di una cinquantina. "A metà strada non esito a dire che ciò che i neozelandesi hanno fatto negli ultimi 15 giorni è enorme", ha dichiarato la premier Jacinda Ardern. "Di fronte alla più grande minaccia alla salute umana che abbiamo visto in oltre un secolo – ha aggiunto -, i Kiwi hanno costruito in modo silenzioso e collettivo un muro di difesa nazionale. State spezzando la catena della trasmissione. E l'avete fatto l'uno per l'altro".

Il bilancio nazionale è finora di 1.239 casi. Circa 317 pazienti sono guariti e hanno lasciato l'ospedale. Solo un decesso è stato registrato. Si tratta di una donna di 70 anni con patologie pregresse. Ma, nonostante i buoni risultati ottenuti, guai ad abbassare la guardia. Da oggi, i residenti e i cittadini che rientrano in Nuova Zelanda devono mettersi in quarantena "in una struttura approvata" e non potranno più autoisolarsi a casa, mentre per tutti gli altri resta in vigore l'obbligo di isolamento, da osservare anche e soprattutto durante i giorni di Pasqua, quando pure i luoghi di culto resteranno chiusi. Per gli stranieri, coloro che non hanno residenza nel Paese, è vietato l'ingresso dal 20 marzo scorso e già il governo ha fatto sapere che non riaprirà le frontiere fin quando il virus non sarà sconfitto a livello globale. "Per vincere dobbiamo fare in modo che continui a funzionare. Il successo non significa che possiamo cambiare rotta – ha spiegato Ardern -. Rimuovere le restrizioni ora consentirebbe al virus di diffondersi rapidamente di nuovo e torneremmo alla linea di partenza entro due settimane. Questo è anche il motivo per cui continueremo a far rispettare le regole. Come nazione insulare abbiamo un netto vantaggio rispetto ad altri paesi nella nostra capacità di eliminare il virus, ma i nostri confini sono anche il nostro rischio maggiore".

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