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Il femminicidio di Maria Bernal, uccisa in una scuola di polizia in Ecuador: “Un crimine di Stato”

In Ecuador il presidente Guillermo Lasso ha destituito il ministro dell’Interno Patricio Carrillo e alti ufficiali di polizia dopo l’omicidio di un’avvocatessa in una scuola di polizia per mano del marito, un tenente delle forze dell’ordine.
A cura di Chiara Ammendola
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Il presidente dell'Ecuador Guillermo Lasso ha annunciato di avere destituito il suo ministro dell'Interno Patricio Carrillo insieme ad alti ufficiali di polizia dopo l'omicidio di Maria Belen Bernal, avvocatessa scomparsa lo scorso 11 settembre e ritrovata morta dopo dieci giorni in una scuola di formazione della polizia a Quito. Il femminicidio sarebbe stato commesso dal marito, il tenente Germán Cáceres.

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Una vicenda che ha scatenato forti proteste in tutto il paese e che ha visto in prima linea la madre dell'avvocatessa, Elizabeth Otavalo, che per prima ha denunciato la scomparsa di Bernal e ha dato vita a una campagna per denunciare complicità e negligenza da parte delle autorità. Proteste alle quali ha risposto il presidente Lasso ieri: “Il generale Patricio Carrillo ha dedicato la sua vita e la sua lealtà all'ideale di un Paese sicuro – ha spiegato su un canale televisivo nazionale definendo un "femminicidio" l'omicidio di Maria Belen Bernal – tuttavia, dopo gli eventi dei giorni scorsi, ho deciso che il suo servizio finirà oggi”.

Lasso ha inoltre ordinato il licenziamento di due generali di polizia e ha chiesto le dimissioni dell'alto comando di polizia. Intanto continua la fuga del marito della donna, principale sospettato dell'omicidio. I resti di Bernal sono stati ritrovati a pochi metri dalla sede della Scuola Superiore di polizia. “Era una donna libera e generosa – racconta la madre – ha sempre aiutato i vicini con consulenze legali gratuite", dice Otavalo.

María Belén Bernal aveva 34 anni, originaria di Quito, aveva studiato legge presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università Centrale. Uno dei casi più celebri che aveva dovuto affrontare è stato quello della difesa della famiglia di Alejandro Páliz, morto nel marzo 2021 dopo essere stato investito da una pattuglia dell'Agenzia del traffico metropolitano di Quito.

Il presidente Lasso si è impegnato a rafforzare le politiche volte a cercare di sradicare la violenza di genere nel Paese, sotto la responsabilità della Segreteria per i Diritti Umani, che avrà tutte le risorse necessarie affinché "la Legge e il Piano per la Prevenzione e l'Eradicazione della Violenza di Genere siano efficaci".

"Inviteremo le organizzazioni delle donne e dei diritti umani a lavorare in modo collaborativo sui cambiamenti necessari per prevenire, affrontare e sradicare la violenza contro le donne", ha detto. Infine, il presidente ha chiesto scusa alla madre della vittima e alla sua famiglia, nonché a tutte le vittime di femminicidio nel Paese. "Come presidente, voglio chiedere perdono perché questo non dovrebbe mai accadere, tanto meno in un edificio pubblico dove sono addestrati coloro che dovrebbero proteggerci", ha sottolineato.

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