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Guerra in Ucraina

Il capo missione Usa Crowley: “Putin unico che può fermare la guerra, la Cina scelga da che parte stare”

Un anno dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, l’incaricato d’affari Usa in Italia Shawn Crowley ha risposto ad alcune domande di Fanpage.it sul conflitto tra Mosca e Kiev, sul ruolo dell’Occidente e sui rapporti tra Stati Uniti e Italia.
Intervista a Shawn Crowley
Capo Missione Usa in Italia e incaricato d'Affari ad interim presso l'Ambasciata Usa in Italia
A cura di Redazione
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L'unico a poter dare risposte sulla pace in Ucraina è Vladimir Putin. Ne è convinto Shawn Crowley, capo missione Usa e incaricato d'Affari ad interim a Roma intervistato dal direttore di Fanpage.it, Francesco Cancellato, sul tema della guerra condotta dalla Russia in Ucraina e sul sostegno degli Usa a Kiev. Il diplomatico è arrivato a Roma nel 2022 per prendere il posto di Thomas Smitham, alla guida dell'ambasciata dopo il rientro in patria di Lewis Eisenberg, nominato dall'ex presidente Donald Trump.

Un anno dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, Crowley ha fatto un bilancio sui rapporti tra Stati Uniti ed Europa, sullo stato di salute della Nato e sul supporto di Pechino a Mosca.

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Secondo lei, quanto siamo lontani dalla pace tra Russia e Ucraina e cosa vuol dire "pace" nel contesto attuale?

A questa domanda potrebbe rispondere solo Vladimir Putin. Lui è l'unico che può fermare questa guerra e potrebbe farlo oggi, se lo volesse. Secondo alcuni, se l'Ucraina rinunciasse alle armi si potrebbe avere la pace, ma in quel caso Kiev sarebbe finita. Se Putin fermasse l'invasione, allora si potrebbe davvero arrivare alla pace.

Lunedì scorso, Biden ha tenuto un discorso da Kiev, città nella quale si è recato a sorpresa.  Cosa vuol dire secondo lei la presenza del presidente degli Stati Uniti nella capitale ucraina?

Penso sia un simbolo della solidarietà internazionale mostrata all'Ucraina dall'inizio del conflitto. Non è stata significativa solo la presenza del Presidente Usa nella giornata di lunedì, ma anche quella della premier italiana martedì. Putin aveva sottovalutato il sostegno dell'Occidente quando ha invaso l'Ucraina. Ha creduto di poter soggiogare il Paese in pochi giorni senza tener conto la volontà e la forza della popolazione ucraina che si è mostrata pronta a combattere per i propri ideali. Putin ha anche sottovalutato l'unità delle democrazie mondiali. Più di 140 Paesi hanno supportato l'Ucraina e condannato la Russia all'Onu. La visita del presidente e quella del primo ministro hanno rinforzato questo punto dopo un anno di conflitto. Il fronte comune contro la Russia resta.

Come ha cambiato il conflitto le relazioni tra Stati Uniti e Unione Europea? Sono rapporti più semplici o più difficili rispetto a un anno fa?

Penso che la guerra abbia cambiato profondamente le relazioni tra Europa e Usa, quelle tra Unione Europea e Stati Uniti e quelle con la NATO. Ha rafforzato l'idea che quello che è veramente importante sono i valori che condividiamo.

Molte volte in passato ci sono stati piccoli screzi che sono diventati grandi conflitti per la stampa, ma erano cose tutto sommato trascurabili.

L'Ucraina ci ha mostrato che le cose davvero importanti sono i valori di libertà e democrazia che condividiamo. Abbiamo visto Svezia e Finlandia chiedere l'accesso alla NATO, nessuno poteva immaginare che questi due Paesi storicamente neutrali volessero unirsi all'Alleanza.

Quando hanno visto cosa è accaduto in Ucraina, si sono sentiti minacciati e hanno deciso di schierarsi con chi condivideva i loro valori.

Lo abbiamo visto anche con l'Unione Europea: per esempio, negli Usa abbiamo una nuova legge, l'Inflation Reduction Act, che si propone di incentivare la transizione verso fonti di energia rinnovabile per contrastare il cambiamento climatico e questa norma prevede anche grandi agevolazioni per gli investimenti negli Stati Uniti.

Questo è stato fonte di preoccupazione per alcuni Paesi europei. Penso che in passato tutto ciò sarebbe stato oggetto di un conflitto molto più grande, ma questa volta ci siamo confrontati con Bruxelles e i leader europei. Penso che i nostri rapporti dovrebbero questi e che la collaborazione è stata il risultato dell'invasione russa.

Cosa ne pensa degli affondi di Antony Blinken sull'aiuto militare che la Cina starebbe offrendo alla Russia e sull'intromissione nella guerra tra Mosca e Kiev?

Penso che la Cina debba prendere una decisione importante: nel sistema delle Nazioni Unite e in quello internazionale hanno sempre detto di rispettare le leggi. Questo è un grande banco di prova per verificare quanto hanno sempre sostenuto.

La nostra vicepresidente è stata a Monaco diversi giorni fa e durante il suo discorso ha sottolineato che Pechino sta rafforzando le sue relazioni con Mosca. Kamala Harris ha voluto evidenziare che ogni tipo di assistenza alla Russia in quest'invasione è un riconoscimento delle motivazioni dietro l'aggressione e contribuisce a diffondere morte e distruzione.

Pensa che possa iniziare una nuova Guerra Fredda?

La Guerra Fredda è avvenuta in altre circostanze storiche e l'Europa era diversa. La Polonia e l'Europa orientale erano dietro la Cortina di ferro, ora sono dalla parte occidentale. Se c'era un nuovo "muro" che vedeva Finlandia e Svezia Neutrali, ora vi è la consapevolezza da parte di questi Paesi di condividere gli stessi valori della NATO e di non avere nulla in comune con la Russia.

Non penso ci sia una nuova Guerra Fredda, credo che in questo momento vi sia un conflitto "caldo" in Ucraina e ci sono persone che muoiono ogni giorno. La necessità che tutti noi abbiamo è quella di capire come possiamo mettere fine a questa carneficina.

Silvio Berlusconi ha accusato Zelensky e il governo di Kiev di aver causato la guerra in Ucraina, cosa ne pensa? Come si riflettono queste dichiarazioni sui rapporti tra Usa e Italia?

Prima di tutto vorrei sottolineare che sono contento che l'ex primo ministro Silvio Berlusconi viva in un Paese libero che garantisce la libertà di parola. Può dire quello che vuole e può farlo quando vuole, in Russia Alexei Navalny non ha lo stesso diritto. Voglio inoltre sottolineare che chiunque esprima pareri contrari a Putin e alla sua guerra, finisce in prigione.

Le relazioni con l'Italia fortunatamente sono molto forti dalla fine della Seconda Guerra Mondiale e lo sono ancor di più oggi. Mario Draghi era molto rispettato dalla comunità internazionale e la stessa Giorgia Meloni ha rafforzato i rapporti con gli Usa.

Ha inoltre manifestato un importante supporto all'Ucraina anche dall'opposizione. Anche Forza Italia e Lega restano compatte nel voto sull'Ucraina insieme alle fazioni di opposizione. Non credo che queste dichiarazioni di Berlusconi abbiano influenzato in qualche modo le relazioni Usa-Italia.

L'ultima domanda: se ci incontrassimo tra un anno, parleremmo ancora della guerra in Ucraina?

Speriamo che non parleremo di un conflitto in corso in Ucraina tra un anno e che non ne parleremo mai più. Penso che nessuno lo desideri più dei cittadini ucraini. Credo che tra un anno, però, parleremo ancora dell'aggressione russa perché ci sono tanti interrogativi su cosa verrà dopo.

Cosa vuol dire quest'invasione per la legge internazionale? Cosa significa per le Nazioni Unite, cosa per la NATO e cosa comporterà questa guerra per le relazioni tra Unione Europea e Stati Uniti. Come possiamo assicurarci che i Paesi che condividono i valori democratici restino liberi e i grado di esercitare i loro diritti?

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