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“I bambini muoiono di fame davanti ai nostri occhi”. In Somalia la peggior carestia della storia

Michael Dunford, direttore regionale del Programma alimentare mondiale (PAM) per l’Africa orientale, ha affermato che solo un “massiccio” e immediato aumento di fondi e aiuti umanitari può salvare la Somalia dalla carestia.
A cura di Davide Falcioni
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Michael Dunford, direttore regionale del Programma alimentare mondiale (PAM) per l'Africa orientale, ha affermato che solo un "massiccio" e immediato aumento di fondi e aiuti umanitari può salvare la Somalia dalla carestia, dal momento che gli operatori umanitari presenti nel Paese sempre più spesso riferiscono che bambini muoiono di fame "davanti ai nostri occhi". La previsione di Fao e World Food Programme delle scorse settimane – secondo cui il poverissimo Stato del Corno d'Africa sarebbe andato incontro a conseguenze catastrofiche a causa di guerre, cambiamento climatico e pandemia – si sta già avverando. "Abbiamo bisogno di soldi e ne abbiamo bisogno ora", ha detto Dunford. "Senza non riusciremo a scongiurare la carestia. L'unico modo, a questo punto, è se c'è un massiccio investimento negli aiuti umanitari e tutte le parti interessate, tutti i partner, si uniscono per cercare di evitarlo".

Tutta l'area del Corno d'Africa ha subito quattro stagioni consecutive senza piogge e sta vivendo la peggiore siccità degli ultimi 40 anni, uno shock climatico esacerbato dall'aumento dei prezzi dei cereali causato dall'invasione russa dell'Ucraina. In tutta l'Africa orientale, 89 milioni di persone sono ora considerate dal WFP "in condizioni di grave insicurezza alimentare", un numero che è cresciuto di quasi il 90% nell'ultimo anno. “Purtroppo non vedo rallentare questo tasso di crescita. Semmai, sembra che stia accelerando", ha detto Dunford.

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A complicare un quadro già drammatico ci sono, come sempre, le promesse mancate da parte dei Paesi ricchi. I membri del G7 lo scorso anno avevano garantito aiuti per 7 miliardi di dollari per prevenire la carestia, ma quei fondi non sono mai stati spediti e se non arriveranno entro settembre lo spettro della fame si abbatterà su 213.000 persone nelle aree più colpite della Somalia. In una recente visita nel Paese, Claire Sanford, vicedirettrice umanitaria di Save the Children, ha affermato di aver incontrato madri che avevano già seppellito i loro figli nell'ultimo anno e i cui bambini sopravvissuti soffrivano ora di una grave malnutrizione. "Posso  dire che nei miei 23 anni di risposta alla crisi umanitaria, questo è di gran lunga il peggiore che abbia mai visto, in particolare in termini di livello di impatto sui bambini", ha detto. "La fame a cui io e i miei colleghi abbiamo assistito in Somalia è aumentata ancora più velocemente di quanto temessimo".

Undici anni fa la Somalia ha vissuto una carestia che ha causato la morte di più di 250.000 persone, per lo più bambini. Claire Sanford ha spiegato tuttavia che molte delle persone che ha incontrato hanno affermato che le condizioni attualmente sono peggiori rispetto al 2011. "Abbiamo davvero fallito come comunità internazionale nel permettere che la situazione arrivasse nella misura in cui è in questo momento. Nel 2011, come comunità, abbiamo promesso che non avremmo mai, mai più permesso che accadesse di nuovo. Abbiamo fallito".

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