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Guerra in Ucraina

Guerra in Ucraina, la Russia ora è preoccupata dalla controffensiva di Kiev in due regioni

A riportare l’informazione è l’ultimo bollettino dei servizi di intelligence del Regno Unito: le ultime mosse della Russia nella guerra suggeriscono che si tema un attacco dell’Ucraina nel Lugansk o a Zaporizhzhia. Questa notte sono continuati i bombardamenti in diverse regioni.
A cura di Luca Pons
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La Russia, ora, teme la controffensiva dell'Ucraina soprattutto in due zone: quella di Lugansk, a est, e quella di Zaporizhzhia, a sud. A sostenerlo è un bollettino dell'intelligence del ministero della Difesa del Regno Unito. Secondo il documento, nelle ultime settimane le mosse di Mosca mostrerebbero che "uno dei dilemmi centrali per i pianificatori operativi russi" è probabilmente "decidere a quale di queste minacce dare priorità" nei propri preparativi.

La Russia, infatti, "nelle ultime settimane ha rafforzato le fortificazioni difensive" proprio "nella regione di Zaporizhzhia centrale, nell'Ucraina meridionale, soprattutto tra le città di Vasilyvka e Orikhiv", e per questo "mantiene una grande forza in questo settore".

Quindi, "il modo in cui la Russia ha lavorato per migliorare le difese suggerisce che i comandanti sono molto probabilmente preoccupati dalla possibilità di un'importante azione offensiva Ucraina in due settori: o nel nord della regione di Lugansk o in quella di Zaporizhzhia", afferma il documento dell'intelligence britannica.

Ci sono diversi motivi per cui queste zone potrebbero essere considerate strategiche. Secondo Londra, in particolare, "un'importante avanzata Ucraina a Zaporizhzhia metterebbe seriamente in discussione la fattibilità del "ponte di terra" russo che collega la regione di Rostov alla Crimea", quindi rischierebbe di rendere più instabili i territori controllati attualmente dal Cremlino. Dall'altra parte, "un successo ucraino a Luhansk comprometterebbe ulteriormente l'obiettivo di guerra professato dalla Russia di "liberare" il Donbas".

Il bollettino del Regno Unito arriva quando da poche ore è terminato, sulla carta, il cessate il fuoco annunciato da Mosca per il Natale ortodosso. Era previsto che andasse dal mezzogiorno di venerdì 7 gennaio alla mezzanotte di sabato 8 gennaio, quindi per 36 ore, ma Russia e Ucraina si sono accusate reciprocamente di aver continuato i bombardamenti.

Ieri, almeno tre civili ucraini sono morti, secondo quanto riportato dai governatori locali: uno durante un bombardamento russo nella regione di Kherson, e due a Bakhmut, nell'Ucraina orientale. Questa notte, le sirene di allarme antiaereo hanno suonato nelle regioni ucraine di Poltava, Kirovograd e Dnipropetrovsk. A segnalarlo è il ministero ucraino per la Trasformazione Digitale.

Un'esplosione avrebbe colpito anche la città di Lutugino, nell'autoproclamata Repubblica Popolare di Lugansk. Sarebbe stato colpito un gasdotto e questo avrebbe interrotto l'approvvigionamento di gas per 13mila utenze, secondo quanto riportato dall'agenzia di stampa russa Tass, che cita il governo separatista della regione. L'area di Lugansk è parte del territorio ucraino, ma è controllata in gran parte dall'esercito russo. Secondo quanto riportato dalle autorità locali filorusse, l'incendio creato dall'esplosione è stato spento e si sta indagando sulle possibili cause dell'evento.

La centrale elettrica di Starobeshevskaya, nella regione di Donetsk, nel Donbass occupato dai russi, sarebbe stata colpita invece da missili d'artiglieria ucraini. A scriverlo è sempre l'agenzia Tass, che cita fonti locali dell'autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk.

In tema di armamenti, ieri La Repubblica ha scritto che il consigliere per la sicurezza nazionale statunitense, Jake Sullivan, avrebbe contattato un consigliere diplomatico di Giorgia Meloni, Francesco Talò, per chiedere che l'Italia invii all'Ucraina uno scudo antimissile Samp-T. Oggi, in un'intervista al Corriere della Sera, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha sottolineato che "i colloqui con Washington sono costanti e normali, noi siamo un interlocutore importante, ma non si è parlato di armi".

"Il sesto pacchetto di difesa è ancora da perfezionare, come previsto – ha detto Tajani – non ci sarà alcun invio prima di un'informazione al Parlamento. Stiamo discutendo anche con i francesi per perfezionare dal punto di vista tecnico l'invio di sistemi di difesa aerea che si basano su tecnologie congiunte fra Roma e Parigi". Il ministro ha affermato anche che per ora non si vedono aperture alle trattative di pace da parte della Russia.

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