Gli Stati Uniti dicono addio ad Afghanistan e Iraq, via al ritiro delle truppe
Gli Stati Uniti dicono definitivamente addio all’Afghanistan e all’Iraq. Dopo decenni di guerra e presenza militare nei due Paesi, gli Usa infatti ritireranno la maggior parte delle proprie truppe richiamandole in patria. La conferma è arrivata nelle scorse ore dallo stesso Pentagono che da tempo ha già approntato il piano di ritiro dettagliato. Come ha spiegato il segretario alla difesa americano, Cristopher Miller, il piano di ritiro dovrebbe concludersi entro il prossimo 15 gennaio quando quasi tutte le truppe avranno già lasciato i due Paesi.
In Iraq e in Afghanistan solo un piccolo contingente
In Iraq e in Afghanistan gli Stati Uniti lasceranno solo un piccolo contingente militare dedicato principalmente alla protezione delle sedi diplomatiche all’addestramento delle forze armate locali. Si tratta di circa 2500 persone, il livello più basso di presenza militare mai raggiunto nei due paesi ma "Entro maggio, la speranza del presidente Trump è che tutti i soldati tornino a casa sani e salvi", ha aggiunto il consigliere per la sicurezza nazionale Robert O'Brien
Ritiro voluto da Trump
Una mossa che l'amministrazione Trump ha segnalato per mesi, nell’ambito di una politica estera sempre meno impegnata, ma fortemente contestata da alti funzionari militari secondo cui le condizioni sul terreno non giustificano una tale mossa. In un breve discorso alla stampa, Miller non ha fornito dettagli sui motivi alla base dell’accelerazione del piano ma ha solo detto che appresenta “la fase successiva della nostra campagna per portare le guerre in Afghanistan e Iraq a una conclusione positiva e per portare a casa i nostri coraggiosi soldati in servizio".
Le critiche dei vertici miliari Usa
Miller ha detto che gli Stati Uniti hanno raggiunto i loro obiettivi, fissati nel 2001 dopo gli attacchi di Al Qaeda contro gli Stati Uniti, per sconfiggere gli estremisti islamici e per aiutare "i partner locali e gli alleati a prendere l'iniziativa nella lotta". Le truppe statunitensi erano già state tagliate di quasi due terzi in seguito all'accordo di pace del 29 febbraio tra Stati Uniti e talebani ma i vertici militari avevano ribadito che senza l’appoggio delle truppe Usa i governi locali si sarebbero sicuramente trovati in difficoltà. Non a caso l'annuncio è arrivato pochi giorni dopo il licenziamento del segretario alla Difesa Mark Esper, che aveva insistito sulla necessità di mantenere 4.500 soldati in Afghanistan per sostenere il governo di Kabul.