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Gran Bretagna, 35mila euro a testa ai trafficanti di uomini per morire nel tir dell’orrore

Fino a 35mila euro a testa nella speranza di poter arrivare dall’Asia nel nord Europa, è quanto avevano pagato i 39 disperati trovati morti asfissiati nel tir dell’orrore a Thurrock, in Inghilterra. Un giudice ha convalidato l’arresto dell’autista del tir ma le indagini proseguono per stabilire responsabilità e incastrare i trafficanti.
A cura di Antonio Palma
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Avevano pagato ai trafficanti di uomini fino a 35mila euro a testa nella speranza di poter arrivare nel nord Europa dall'Asia ma hanno trovato la morte in maniera orribile, rinchiusi e asfissiati nel tir dell'orrore in Gran Bretagna.  È quanto è emerso dall'inchiesta della polizia dell'Essex sulla morte dei 39 migranti, 31 uomini e 8 donne, trovati senza vita tra martedì e mercoledì scorso all'interno di un camion frigo fermo in una piazzola di sosta a Thurrock. Le vittime, tutte orientali, erano partite dalla Cina per il loro viaggio-odissea verso il vecchio continente e per questo inizialmente erano state erroneamente indicate come cinesi. In realtà è molto probabile che tra i 39 disperati vi siano cittadini di diversi Paesi come il Vietnam come emerso dagli strazianti messaggi d'addio inviati a familiari da alcuni di loro quando hanno capito che stavano morendo.

Camion dell'orrore, confermato l'arresto dell'autista

Mentre i test del dna sulle vittime proseguono per arrivare a una identificazione certa delle loro identità, la polizia inglese continua l'inchiesta per accertare le responsabilità e incastrare i trafficanti. Un giudice ha convalidato l'arresto dell'autista del tir della morte, l'irlandese Maurice ‘Mo' Robinson, che dal suo canto continua a sostenere di essere estraneo ai fatti e di non sapere cosa trasportasse. L'uomo deve rispondere fra l'altro di omicidio colposo plurimo e di complicità nel traffico di persone e rimarrà in custodia cautelare almeno fino al 25 novembre. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, lui era l'uomo incarico dell'ultimo spostamento del container pieno di persone arrivato poco prima via mare dal Belgio. L'autista era partito con la motrice del tir dall'Irlanda ed era giunto nel Regno unito attraverso il Galles prima di dirigersi nel porto a sud di Londra per prendere in consegna il carico. Con lui arrestati in questi giorni altri quattro presunti complici, due in Irlanda, due in Inghilterra, 3 dei quali però sono stati rilasciati.

Boris Johnson: "Porteremo i colpevoli di fronte alla giustizia"

Intanto per le 39 vittime della tragedia commemorazione pubblica proprio a Thurrock, in Inghilterra, alla presenza del premier Boris Johnson e della ministra dell'Interno, Priti Patel. "L'intera nazione e il mondo sono sgomenti per questa tragedia, per la crudeltà del destino sofferto da persone innocenti che speravano in una vita migliore in questo Paese. Noi piangiamo queste vite perdute e i nostri pensieri sono con le famiglie lontane" ha scritto Johnson, aggiungendo: "Condannando la spietatezza dei responsabili di questo crimine, come governo del Regno Unito siamo determinati a fare tutto quanto e' in nostro potere per portare i colpevoli di fronte alla giustizia".

La Cina chiede maggiori informazioni sulle vittime del tir

La Cina, inoltre, ha chiesto alle autorità britanniche di fornire maggiori informazioni sull'identità delle 39 persone, 31 uomini e 8 donne, morte la scorsa settimana nel container frigo, secondo quanto riferito dal portavoce del ministero degli Esteri Geng Shuang, che ha precisato che Londra non ha ancora individuato la nazionalità delle vittime. In un primo momento, la polizia aveva ipotizzato che si trattasse di cittadini cinesi, correggendo poi il tiro e spiegando che i dettagli erano ancora in evoluzione. Geng ha definito "speculazioni" le ricostruzioni sul possesso di passaporti cinesi da parte delle vittime, aggiungendo che l'ambasciata cinese ad Hanoi, in Vietnam, e a Londra sono "in stretto contatto" con le controparti locali. "L'auspicio è che le parti preoccupate dell'incidente facciano commenti basati sui fatti, invece di congetture soggettive con le prime impressioni", ha conclude Geng. Anche decine di famiglie vietnamite hanno denunciato la sparizione di parenti temendo possano essere tra le vittime della tragedia.

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