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Dalla finzione alla realtà: è morto Dumbo, l’elefantino costretto a ballare musica rave allo zoo

Dramma allo zoo di Phuket, in Thailandia, dove è morto Dumbo, l’elefantino costretto a ballare musica rave e a suonare l’armonica diventato famoso in tutto il mondo. Fatale gli sarebbe stata una infezione al tratto digestivo. Inutile la petizione lanciata dall’associazione Moving Animals per liberarlo: “Nessun animale merita di ripetere la sua tragica storia”.
A cura di Ida Artiaco
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La piccola Dumbo (Facebook).
La piccola Dumbo (Facebook).

Hanno dato a lui lo stesso nome del protagonista del celebre cartone animato della Disney, giunto di recente anche al cinema con un film di Tim Burton, ma l'epilogo delle due storie è molto diverso. È morto Dumbo, l'elefantino diventato famoso per ballare musica rave davanti ai turisti in uno zoo di Phuket, in Thailandia. Il decesso è arrivato dopo tre giorni dall'incidente che l'ha coinvolto e durante il quale si era spezzato le zampe posteriori. "Il suo corpo scheletrico suggeriva chiaramente che non stava bene e poteva soffrire di malnutrizione e sfinimento. Eppure lo zoo non ha fatto nulla", ha scritto l'associazione animalista Moving Animals, che ne ha annunciato la scomparsa e invano aveva lanciato una petizione per liberarlo, superando quota 200mila firme.

"Questo piccolo elefante – si legge ancora – si è fratturato entrambe le zampe posteriori, e lo zoo non ha fatto nulla, facendolo continuare ad esibire. Non riesco neanche a immaginare le sofferenze che possa aver provato". Fatale sarebbe stata un'infezione al tratto digestivo. "Nessun animale merita di ripetere la tragica storia di Dumbo", ha concluso Moving Animals. L'animale era diventato una vera e propria attrazione, che attirava turisti da tutto il mondo nello zoo di Phuket. Il suo nome era in origine Jumbo, poi diventato Dumbo. Qui era obbligato a suonare l'armonica ed eseguire diverse acrobazie, almeno tre volte al giorno. Ad aprile i veterinari che lo avevano visitato avevano confermato la presenza di un'infezione al tratto digestivo. Ma nonostante i referti, lo zoo ha continuato a farlo esibire, anche l'ultima volta, con le zampe posteriori spezzate, come denunciato dalla no-profit. "Ci lasciò commossi vedere quell'elefantino scheletrico costretto a ballare, quanto di più contrario alla sua natura e solamente per divertire l'uomo – hanno concluso -. Ci siamo commossi così tanto per quella situazione che abbiamo deciso di soprannominarlo Dumbo", proprio come il personaggio Disney.

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