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Covid 19

Covid in Cina, a Pechino test di massa per oltre 20 milioni di persone: cresce la paura lockdown

A Pechino al via da oggi test di massa anti Covid per circa 20 milioni di persone residenti in 10 dei 16 distretti in cui è divisa la Capitale. Il timore è che venga imposto un lockdown come a Shanghai, che resta il principale focolaio della variante Omicron: “La Cina avanzerà nella guerra per bloccarla”.
A cura di Ida Artiaco
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La variante Omicron spaventa la Cina. Dopo Shanghai, in lockdown dallo scorso 28 marzo, cresce la paura anche a Pechino, dove cominciano oggi i test di massa a cui saranno sottoposti circa 20 milioni di cittadini su una popolazione totale di 23 milioni. Lo screening, che nei giorni scorsi aveva interessato solo i residenti di Chaoyang, avverrà in altri 10 dei 16 distretti della Capitale, dove lunedì sono stati accertati 31 casi di Coronavirus. Nelle ultime ore sono state segnalate lunghe file fuori dai supermercati e dai negozi nonostante le assicurazioni del governo che ci sia cibo a sufficienza per affrontare un eventuale nuovo blocco per fermare la trasmissione dell'infezione nell'ambito della strategia di tolleranza zero che il Paese del Dragone ha sempre utilizzato nei confronti del virus per eradicarlo completamente.

"Per arginare risolutamente il rischio di diffusione dell'epidemia e proteggere efficacemente la salute dei cittadini, si è deciso di ampliare ulteriormente l'ambito dello screening sulla base dei test effettuati nel distretto di Chaoyang", ha detto lunedì sera un portavoce del governo municipale di Pechino. I distretti interessati dai test di massa, da oggi fino a sabato, sono quelli di Dongcheng, Xicheng, Haidian, Fengtai, Shijingshan, Fangshan, Tongzhou, Shunyi, Changping, Daxing, nonché nell'area di sviluppo economico-tecnologico di Pechino. Da oggi è anche operativo l'ordine di chiusura di palestre, teatri e siti turistici. I timori che il lockdown possa essere allargato anche alla Capitale ha fatto sprofondare i mercati asiatici, che hanno subito lunedì il peggior giorno di contrattazioni in oltre un mese: le azioni cinesi ieri sono crollate al minimo degli ultimi due anni.

Ma la situazione peggiore si registra ancora a Shanghai, dove sono state segnalate 19.000 nuove infezioni e 51 decessi nelle ultime 24 ore e dove le autorità hanno imposto ulteriori misure restrittive che prevedono, tra le varie cose, l'installazione di allarmi elettronici sulle porte per impedire alle persone infette di uscire e l'evacuazione forzata delle persone dalle loro case per eseguire procedure di disinfezione. Barricate verdi sono state erette durante la notte in alcune parti della città senza preavviso, impedendo così ai residenti di lasciare le proprie abitazioni. Ma le restrizioni arrivano anche nel resto del Paese. La città di Anyang nella Cina centrale e quella di Dandong al confine con la Corea del Nord sono entrate in lockdown sempre per arginare la diffusione di Omicron. "Di fronte alla variante Omicron", ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin, "la Cina non cederà, ma avanzerà nella guerra per bloccare la variante".

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