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Cosa sta succedendo tra Taiwan e la Cina e perché si parla di “spedizione punitiva”

La Cina ha dato inizio oggi a un ciclo di esercitazioni militari il cui scopo è, esplicitamente, “punire” le mire indipendentiste di Taipei dopo l’insediamento del presidente Lai Ching-te.
A cura di Davide Falcioni
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Soldati taiwanesi riuniti davanti alla bandiera nazionale a Taoyuan, nel nord di Taiwan
Soldati taiwanesi riuniti davanti alla bandiera nazionale a Taoyuan, nel nord di Taiwan
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Torna alta nell'Indopacifico la tensione tra Cina e Taiwan. A quattro mesi dalle elezioni che si sono tenute a gennaio sull'isola, e a tre giorni dall'insediamento del presidente Lai Ching-te, Pechino ha avviato una due giorni di esercitazioni militari il cui scopo è, esplicitamente, "punire" le mire indipendentiste di Taipei.

Come spiega l'agenzia di stampa ufficiale cinese Xinhua la Cina sta impiegando navi della marina e aerei militari che "circondano l'isola di Taiwan". "Il Comando del Teatro orientale dell'Esercito popolare di liberazione cinese (Pla) ha iniziato" tali manovre "a partire dalle 7:45 di oggi ora locale", viene detto, specificando che le esercitazioni – denominate ‘Joint Sword-2024A' – vengono condotte nello stretto di Taiwan e al nord, al sud e all'est dell'isola.

Citando il portavoce militare cinese Li Xi, Xinhua afferma che le esercitazioni "si concentreranno sul pattugliamento congiunto di prontezza al combattimento aria-mare, sulla presa congiunta del controllo globale del campo di battaglia e su attacchi congiunti di precisione su obiettivi chiave". Li ha aggiunto che le esercitazioni "prevedono il pattugliamento di navi e aerei che si avvicinano alle aree intorno all'isola di Taiwan e operazioni integrate all'interno e all'esterno della catena di isole per testare le reali capacità di combattimento congiunte delle forze del comando".

Il presidente di Taiwan Lai Ching-te
Il presidente di Taiwan Lai Ching-te

La Cina rivendica Taiwan come parte del suo territorio e ha bollato Lai come un "pericoloso separatista" che porterà "guerra e declino" nell'isola. Le autorità di Pechino hanno affermato che le esercitazioni militari lanciate attorno a Taiwan costituiscono una "severa punizione" contro le forze "indipendentiste" dell'isola, tre giorni dopo l'insediamento del nuovo presidente. Insomma, una sorta di "spedizione punitiva" in piena regola.

Taipei ha replicato accusando la Cina di "provocazione irrazionale e di disturbo della pace e della stabilità regionale" e comunicando, tramite il ministero della Difesa, di aver allertato le forze marittime, aeree e terrestri e di aver rafforzato la sicurezza delle basi, indicando alle forze di difesa aerea di monitorare possibili obiettivi. "Siamo pronti a intervenire con fermezza e moderazione. Non cerchiamo conflitti, ma non ci sottrarremo. Abbiamo la fiducia necessaria per salvaguardare la nostra sicurezza nazionale", ha affermato il ministro della Difesa Wellington Koo Li-hsiung.

Le esercitazioni intorno all'isola rappresentano la prima sostanziale risposta della Cina all'insediamento di Lai Ching-te quale nuovo presidente di Taiwan, avvenute dopo la vittoria del politico alle elezioni di gennaio. Come accaduto per la presidente che l'ha preceduto, Tsai Ing-wen, Lai appartiene al Partito Progressista Democratico, considerato una forza separatista dal governo di Pechino.

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