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Covid 19

A Hong Kong condominio in quarantena: “Possibile trasmissione del Coronavirus attraverso i tubi”

A Hong Kong il Ministero della Salute ha deciso di mettere in quarantena un intero condominio dopo che due residenti sono stati trovati positivi al Coronavirus 2019-nCoV. La preoccupazione è che il virus possa trasmettersi attraverso le tubature o gli scarichi degli edifici: “Al momento non siamo ancora riusciti a risalire alla causa del contagio, per cui consideriamo tutte le ipotesi”.
A cura di Ida Artiaco
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E se il Coronavirus riuscisse a diffondersi attraverso i tubi degli edifici? Mentre continua in tutto il mondo l'emergenza legata all'epidemia partita dalla città cinese di Wuhan, che ha fatto registrare già più di mille morti e quasi 40mila contagi dalla fine dello scorso mese di dicembre, da Hong Kong viene avanzata l'ipotesi che il virus possa correre attraverso le tubature o gli scarichi. Come riporta il New York Times, almeno 100 residenti di un condominio composto da ben 35 piani sono stati evacuati dopo che due di loro sono risultati positivi al Coronavirus 2019-nCoV. Il Centro per la protezione della salute di Hong Kong ha affermato che i due pazienti vivevano su piani separati all'interno dello stesso stabile nella zona nuova della città. Nel bagno di uno dei due ammalati, una donna di 62 anni che vive 10 piani sotto l'altro infetto, è stato trovato un tubo non sigillato. Sophia Chan, del ministero della Salute locale, ha affermato che altri quattro inquilini che vivono in unità separate hanno sviluppato i sintomi del Coronavirus, tra cui febbre, tosse secca e difficoltà respiratorie. Da qui la decisione di evacuare tutte le unità presenti in via precauzionale.

Gli esperti: "Non esclusa la trasmissione aerea del Coronavirus"

"Non siamo ancora riusciti a risalire alla causa della trasmissione del virus", ha detto ai giornalisti Wong Ka-hing, aggiungendo che "il contagio potrebbe essere avvenuto anche attraverso il contatto con gli infetti ma non si esclude al momento alcuna ipotesi, neppure quella della trasmissione aerea". Intanto, il governo di Hong Kong ha avviato un'indagine sui tubi nell'edificio, secondo il quotidiano inglese The Guardian, anche se test effettuati su altri casi sospetti hanno dato tutti esiti negativi. La notizia ha provocato situazioni di panico in città, dove la maggior parte dei ristoranti e dei centri commerciali è rimasta deserta negli ultimi giorni a causa della paura di ulteriori contagi. D'altronde, con la Sars nel 2002-2003 successe un episodio molto simile: ben 42 residenti di un condominio morirono e altri 329 furono contagiati dal virus attraverso tubature difettose. Tuttavia, non si può dire lo stesso per il Coronavirus 2019-nCoV, di cui si sa effettivamente ancora molto poco. "Ma le due situazioni non lontanamente paragonabili", ha sottolineato Frank Chan, segretario di Hong Kong per i trasporti e le abitazioni. Dunque, il condizionale in questo caso è d'obbligo per non accrescere i timori.

Lo studio tedesco: "Il virus può rimanere sulle superfici degli oggetti fino a 9 giorni"

A ciò si aggiungano i risultati di un recente studio condotto da alcuni esperti della University Medicine Greifswald, in Germania, secondo i quali, come si legge in un articolo pubblicato sul Journal of Hospital Infection il coronavirus può rimanere infettivo sulle superfici degli oggetti a temperatura ambiente fino a 9 giorni. In compenso non è molto resistente e bastano detergenti a base di candeggina o disinfettanti a base di alcol o acqua ossigenata per ucciderlo. L’analisi di 22 studi rivela che i coronavirus umani, come quello della sindrome respiratoria acuta grave (Sars), della sindrome respiratoria del Medio Oriente (Mers) o i coronavirus umani endemici (HCoV), possono persistere su superfici inanimate come metallo, vetro o plastica fino a 9 giorni, ma possono essere inattivati in modo efficiente nel giro di un minuto attraverso procedure di disinfezione delle superfici con alcol etilico, acqua ossigenata o candeggina. "Poiché non sono disponibili terapie specifiche per 2019-nCoV – concludono i ricercatori, guidati da Gunter Kampf -, il contenimento precoce e la prevenzione di un’ulteriore diffusione saranno cruciali per fermare l’epidemia in corso. Ma si tratta di una novità ancora da verificare".

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