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Conflitto Israelo-Palestinese

Cisgiordania, la strage continua: 11 palestinesi uccisi e 100 feriti dai soldati israeliani

Undici persone, di età compresa tra i 23 e i 72 anni, sono state uccise e oltre 100 ferite oggi a seguito di un raid delle forze armate israeliane a Nablus, in Cisgiordania.
A cura di Davide Falcioni
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Una nuova, ennesima, strage di palestinesi in Cisgiordania è stata compiuta questa mattina dalle forze di sicurezza israeliane. Undici persone, di età compresa tra i 23 e i 72 anni, sono state uccise e oltre 100 ferite oggi a seguito di un raid delle forze armate israeliane a Nablus, in Cisgiordania. Ne ha dato notizia il ministero della Salute dell'Autorità nazionale palestinese, senza divulgare le identità delle vittime.

Stando a quanto riferisce l'agenzia Reuters i militari israeliani avrebbero accerchiato un edificio alla ricerca di alcuni combattenti palestinesi, in particolare di  Hossam Isleem e Mohammad Abdulghani, che sono stati entrambi uccisi. Il gruppo armato Lions' Den ha affermato in una dichiarazione di aver ingaggiato scontri con le forze israeliane durante il raid, insieme ad altri gruppi armati e a decine di giovani palestinesi, che hanno bersagliato i blindati lanciando pietre e bottiglie incendiarie.

Nablus e la vicina Jenin sono state al centro di molte violente incursioni che Israele ha intensificato nell'ultimo anno. Le città sono ritenute da Tel Aviv i centri in cui cresce la concentrazione della resistenza armata palestinese. Secondo la giornalista Mariam Barghouti, interpellata da Al Jazeera, nonostante la dura repressione israeliana i gruppi armati Lions' Den e Brigata Jenin continuano ad espandersi in tutta la Cisgiordania, coinvolgendo sempre nuovi giovani disposti ad imbracciare le armi per porre fine all'occupazione israeliana.

"Condanniamo il raid dell'occupazione a Nablus e chiediamo la fine dei continui attacchi contro il nostro popolo", ha detto Nabil Abu Rudeineh, portavoce del presidente dell'Anp Mahmoud Abbas, noto anche come Abu Mazen.

Almeno 51 palestinesi sono stati uccisi in Cisgiordania e Gerusalemme est dall'inizio del 2023, che si sommano ai 150 del 2022. Israele sostiene che la maggior parte delle persone uccise fossero miliziani, ma tra le vittime risultano ragazzi che protestavano contro i raid e altre persone non coinvolte negli scontri. Israele afferma che le incursioni hanno lo scopo di smantellare le reti militanti e contrastare futuri attacchi, mentre i palestinesi li considerano un ulteriore rafforzamento dell'occupazione.

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