Caos ad Hong Kong, manifestanti inferociti sfondano le porte ed entrano in Parlamento
Tensione alle stelle ad Hong Kong, dove dopo svariate ore di assedio alcuni manifestanti sono riusciti a fare irruzione nel palazzo del Parlamento. Lo riferiscono i giornali locali, segnalando il contrasto con il lungo corteo pacifico che sta riempiendo le strade principali dell'ex colonia. Intorno alla mezzanotte la polizia ha iniziato a disperdere gli attivisti con gas lacrimogeni.
L'irruzione è scattata dopo un lungo assedio da parte di circa 1.500 persone, in prevalenza studenti che, a volto coperto e vestiti con abiti di colore scuro, hanno circondato il compound superando poi la recinzione esterna e arrivando all'ingresso principale dell'edificio. Qui sono stati divelte alcune finestre e distrutte vetrate anche con l'ausilio di pesanti martelli. Le forze dell'ordine hanno cercato di ostacolare i manifestanti dal compiere azioni illegali che avrebbero comportato, è stato ripetutamente ricordato, "l'arresto immediato". Gli agenti, in tenuta antisommossa con scudi, manganello e spray urticanti, hanno deciso, a differenza delle previsioni, di non intervenire e di retrocedere evitando così lo scontro diretto.
Da ore migliaia di persone stanno manifestando a Hong Kong contro la controversa legge sulle estradizioni in Cina nel giorno del ventiduesimo anniversario del passaggio dell'ex colonia britannica da Londra a Pechino: nelle principali strade nei dintorni del parlamento e alle sedi governative, dove c'è questa mattina si è tenuta la cerimonia dell'alzabandiera, si sono verificati scontri e la polizia in tenuta antisommossa è tornata a usare lo spray al peperoncino per allontanare la folla. Nel pomeriggio è attesa una manifestazione con una grande partecipazione: gli organizzatori parlano di oltre mezzo milione di persone in piazza.
Dopo l'irruzione nel Parlamento diversi striscioni sono stati aperti in aula: "Nessuna violenta rivolta, solo un violento regime", recita uno tra i più grandi esposti, mentre ci sono più persone, tutte dotate di mascherine e caschi, che si stanno alternando in brevi discorsi al megafono. Diversi graffiti sono attacchi diretti alla criticatissima governatrice Carrie Lam ("Dimettiti") o al governo ("ci ha costretto alla rivolta") o ancora contro Pechino e contro "il neo-colonialismo cinese". Diversi manifestanti sono tornati a far sventolare la vecchia bandiera coloniale britannica.
Dal canto suo il governo di Hong Kong ha accusato i manifestanti che hanno occupato il Parlamento di aver usato "violenza estrema": i manifestanti "radicali hanno preso d'assalto il complesso del Consiglio legislativo con una violenza estrema. Questi manifestanti hanno messo seriamente a repentaglio la sicurezza degli agenti di polizia e il pubblico, atti cosi' violenti sono inaccettabili per la societa'".