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Canada, morto il killer che ha ucciso a coltellate 10 persone: si è suicidato

Myles Sanderson, uno dei due assassini della strage di nativi in Canada, è morto in ospedale a causa di ferite autoinflitte. L’uomo era stato arrestato poche ore prima.
A cura di Davide Falcioni
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È morto in ospedale il killer arrestato ieri in Canada per l'accoltellamento a morte di dieci persone nella provincia di Saskatchewan. Myles Sanderson, uno dei due assassini della strage di nativi, era stato catturato alle 15:30 ora locale (le 23:30 in Italia) nei pressi della città di Rosthern, a solo un'ora e mezza di auto dalla James Smith Cree Nation, dove si è compiuta la carneficina; l'uomo era gravemente ferito a causa di una serie di ferite che si era inflitto poco prima. Anche il fratello Damien è stato trovato senza vita non lontano dal luogo del massacro. La polizia ritiene che possa essere stato ucciso proprio da Myles.

Domenica scorsa, insieme al fratello Damien, 31 anni, Myles  Sanderson – individuo già noto alla polizia a causa di 59 precedenti penali per aggressione, rapine e violenze – aveva portato a termine una carneficina, uccidendo a coltellate dieci persone e ferendone diciotto, tre delle quali sono tuttora ricoverate in gravi condizioni. Tutte le vittime, tranne una, erano membri della comunità rurale di indigeni della regione di Saskatchewan, confinante a sud con il Montana e il Nord Dakota. Le vittime avevano tra i 23 e i 78 anni. Un ragazzino di 14 anni, che all'inizio era considerato tra i deceduti, è invece ferito e ricoverato in ospedale.

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Non sono ancora chiare le motivazioni che hanno portato al massacro, avvenuto alla vigilia della festa di Labor Day, la giornata che chiude simbolicamente il periodo delle vacanze estive. I due fratelli erano entrati in azione intorno alle 5,40 di pomeriggio di domenica, colpendo in tredici luoghi diversi, in zone anche distanti una ventina di chilometri tra loro. Alcune vittime, secondo la polizia, erano state prese volutamente di mira, altre sono capitate nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Una famiglia di sei persone, trucidata dai due fratelli, potrebbe essere stata uno dei bersagli che hanno innescato la furia omicida. Solo una persona non faceva parte della comunità indigena ed è quella più anziana: Wesley Petterson, 78 anni, gestore di un bar nel villaggio di Weldon.

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