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Gran Bretagna, logistica in crisi e scaffali vuoti per la Brexit. E McDonald’s resta senza milkshake

Brexit e Covid sono alla base della crisi dell’industria dei trasporti in Gran Bretagna dove cresce sempre di più il numero di supermercati e grosse catene che lavorano in ambito alimentare alle prese con scarsi rifornimenti. Scaffali vuoti e mancanza di prodotti, come il McDondald’s costretto a sospendere la vendita di milkshake.
A cura di Chiara Ammendola
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La prima grande azienda a lanciare l'allarme è stata la tedesca Haribo che lo scorso luglio ha denunciato le difficoltà riscontrate nel consegnare i propri prodotti in Gran Bretagna. Ora anche la multinazionale americana McDonald's ha fatto sapere che il rifornimento dei celebri frullati, i milkshake, e delle bibite in bottiglia è a rischio. E sempre più spesso è facile notare la mancanza di determinati prodotti sugli scaffali di supermercati e negozi. Steve Murrells, chief executive di Co-operative, uno dei maggiori gruppi di vendita al dettaglio del Regno Unito, va dritto al punto: "La scarsità è al peggior livello che io abbia mai visto – ha denunciato in un'intervista rilasciata al Times – la Brexit e questioni causate dal Covid hanno provocato una vera e propria crisi nel settore della logistica.  che provocano la mancanza di 100mila camionisti, necessari per il trasporto delle merci. Per questo il gruppo sta addestrando parte del suo personale a guidare i camion.

Gli esperti sembrano essere d'accordo: la crisi del settore dei trasporti sarebbe stata causata proprio dalla pandemia e dalla Brexit. Al momento sarebbero almeno 100mila i camionisti in meno rispetto allo scorso anno e secondo la RHA, Road Haulage Association, che ha già scritto al primo ministro Boris Johnson spiegando quanto sta accadendo, il problema è dato dal fatto che molti conducenti sono tornati nel loro paese di origine durante i lunghi periodi di lockdown. Allo stesso modo a causa della Brexit in molti hanno perso i propri diritti e temono per il loro futuro: la maggior parte dei camionisti infatti proviene da paesi come Bulgaria e Romania.

Secondo il direttore della catena di supermercati Iceland, Richard Walker, "la soluzione più semplice è che i camionisti vengano inseriti nella lista dei lavoratori qualificati ed essenziali". Anche lui, come tanti altri, ha preso una posizione netta nei confronti del governo inglese chiedendo un intervento immediato sulle regole della Brexit che permettano di assumere camionisti all'estero. "Nei miei negozi – ha spiegato – ormai si cancellano 30-40 consegne al giorno, comprese quelle di prodotti freschi come il pane. E le consegne di bibite sono calate del 50%". A mancare non sono solo i camionisti, ma anche i lavoratori negli impianti di lavorazione della carne e i braccianti che raccolgono frutta e ortaggi.

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