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Brexit, a 95 anni Antonio deve dimostrare di essere residente in Uk ma vive a Londra da 70 anni

L’odissea di Antonio Finelli, 95enne di origine italiana ma da quasi 70 anni in Gran Bretagna dove ha lavorato e percepisce anche una pensione. Dal Ministero degli Interni di Londra hanno affermano di non poter trovare alcuna traccia di lui ma è lo stesso stato britannico a fornirgli una pensione da ben 32 anni.
A cura di Antonio Palma
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La burocrazia post Brexit nel Regno Unito continua a fare danni, questa volta ad essere colpito è stato Antonio Finelli, 95enne di origine italiana ma da ben 68 anni in Gran Bretagna dove ha lavorato e percepisce anche una pensione. L’odissea del pensionato è iniziata quando ha presentato la richiesta di rimanere nel Paese anche dopo l’uscita dall’UE. Davanti alla domanda, infatti, dall’Home Office gli hanno risposto che deve dimostrare di essere residente sul posto da almeno cinque anni. Il 95enne così ha dovuto fornire ottanta pagine di estratti conto bancari per dimostrare il suo diritto a rimanere nel Regno Unito, peccato però che sia lo stesso stato a fornirgli una pensione per il lavoro svolto per decenni nel Regno Unito.

Antonio Finelli era giunto dall’Italia nel 1952 quando rispose a un appello per il reclutamento di forza lavoro dall’estero dopo la fine della seconda guerra mondiale. Nel Paese ha continuato lavorare per decenni mettendo su famiglia fino la pensione raggiunta ben 32 anni fa. Quasi settanta anni dopo il suo arrivo, per lui l’amara sorpresa: dal Ministero degli Interni hanno affermato di non poter trovare alcuna traccia di lui.

“È stata una sorpresa totale perché ho avuto il certificato per stranieri quando son arrivato, ho lavorato per tutta la vita e ho anche una pensione quindi non capisco perché devo fornire questi estratti conto bancari", ha detto l’uomo al Guardian. Ad assisterlo è un centro di consulenza per cittadini italiani della Inca CGIL che ora teme possano esserci altri casi analoghi visto che in una settima è già il secondo episodio emerso dopo quello del 101enne Giovanni Palmiero. “Riteniamo che ciò sia dovuto al fatto che i dati non sono digitalizzati. Abbiamo cercato di farlo presente al Ministero degli Interni perché stiamo vedendo entrare molti anziani i cui dati non sono stati trovati” spiegano dal centro di consulenza

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