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Guerra in Ucraina

Biden: “Avevamo avvertito Zelensky dell’invasione russa, ma non ci voleva ascoltare”

Il presidente Usa racconta di aver avvertito il leader ucraino dell’imminente invasione russa lo scorso 24 febbraio, ma “Zelensky non voleva stare a sentire”.
A cura di Giacomo Andreoli
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Lo aveva avvertito, ma lui "non voleva stare a sentire". Il presidente americano Joe Biden ha detto di aver ammonito l'omologo ucraino Zelensky sul fatto che la Russia avrebbe invaso il suo Paese il 24 febbraio, ma senza essere ascoltato. "Molti pensavano che esagerassi", ha aggiunto Biden nel corso di un incontro del Partito democratico Usa a Los Angeles, secondo quanto riporta la France Presse.

Il presidente americano ha confermato che gli Stati Uniti avevano "informazioni in tal senso: Putin avrebbe attraversato il
confine, non c'era dubbio e Zelensky non voleva ascoltare". Biden ha ammesso di comprendere i motivi per cui il numero uno di Kiev stesse frenando, provando a calmare le acque, ma ha sottolineato che poi in effetti Putin ha invaso il Paese, sottintendendo che quindi sarebbe stato più lungimirante starlo a sentire. Secondo la Casa Bianca il leader russo starebbe ora cercando di cancellare non solo fisicamente la nazione ucraina, ma anche la sua cultura. Biden ha infatti illustrato la sua teoria secondo cui Putin vedrebbe Kiev come la "sede della Madre Russia".

Intanto, dopo essersi consultato con Biden, il capo del Pentagono Lloyd Austin è intervenuto sulla questione Taiwan, con le tensioni sempre più alte tra Washington e Pechino. Un fronte pericoloso che si somma a quello con la Russia, rendendo la politica estera americana sempre più al centro di polemiche e accesi dibattiti. Solo un mese fa, d'altronde, Biden aveva detto che gli Usa sono pronti a difendere militarmente Taiwan in caso di invasione cinese. "Vorrei essere chiaro – ha spiegato Lloyd- rimaniamo fermamente impegnati nella nostra politica di lunga data della ‘Unica Cina', guidata dal Taiwan Relations Act, dai tre comunicati congiunti e dalle Sei assicurazioni. Ci opponiamo categoricamente a qualsiasi modifica unilaterale dello status quo da entrambe le parti. La nostra politica non è cambiata, purtroppo lo stesso non sembra essere vero per la Cina".

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