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Venezuela, bagno di sangue alle elezioni: ucciso candidato all’Assemblea Costituente

José Felix Pineda, 39 anni, è stato freddato con colpi d’arma da fuoco nella sua abitazione da un gruppo di sicari. Nelle ultime ore, uccisi anche tre attivisti durante le manifestazioni contro il voto per l’Assemblea Costituente: sale così a 112 il numero totale dei morti dall’inizio delle proteste.
A cura di Ida Artiaco
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Tensione alle stelle in Venezuela, dove sono in corso le elezioni per l'Assemblea Costituente volute dal presidente Nicolas Maduro. Un candidato, José Felix Pineda, 39 anni, è infatti stato ucciso a colpi d'arma da fuoco sabato sera nella sua casa a Ciudad Bolivar, capitale dell'omonimo stato. Secondo una prima ricostruzione fornita dai media locali, pare che un gruppo di uomini armati abbia fatto irruzione nell'abitazione dell'avvocato, colpendolo a più riprese. Resta, ignoto, per il momento, il movente. Ma il bagno di sangue che sta gettando ombre sulle consultazioni nel Paese sudamericano non finisce qui. La scorsa notte hanno perso la vita anche tre attivisti mentre partecipavano alle proteste.

Si tratta di Ricardo Campos, dirigente giovanile del partito oppositore Azione Democratica (Ad), ucciso a Cumanà, capitale dello stato di Sucre (Nordest del Paese), mentre nello stato di Merida (Ovest) sono stati ammazzati, sempre con colpi d'arma da fuoco, Iraldo José Gutierrez e Marcel Pereira. Inoltre, in numerosi distretti, le forze di sicurezza stanno usando veicoli blindati per disperdere i manifestanti, dato che cortei di questo tipo sono vietati dal governo. Sale così a 113 il numero totale delle vittime dall'inizio delle proteste che stanno agitando il Venezuela dallo scorso aprile.

Intanto, il presidente Maduro, che domenica 30 luglio è stato tra i primi a recarsi alle urne e ad esprimere la propria preferenza, ha dichiarato "di essere il primo elettore del Paese. Chiedo a Dio che ci protegga in modo che il popolo possa esercitare liberamente il suo diritto democratico di voto", ha detto, accompagnato dalla moglie Cilia Flores, anche lei candidata. La nuova Assemblea sarà chiamata, nelle intenzioni dei promotori, a riscrivere la Costituzione conferendo più poteri al presidente, che è convinto che ciò porrà fine alla crisi economica e politica del Paese, devastato da mesi di proteste. Ma l'opposizione e manifestanti restano sul piede di guerra, continuando a organizzare proteste contro la "Costituente truffa", nonostante la dura repressione messa in campo dal governo.

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