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Usa, polizia uccide afroamericano con 20 colpi di pistola: a Memphis è guerriglia urbana

Nelle strade di Memphis sono scese migliaia di persone avviando cortei spontanei di protesta contro la violenza della polizia dopo che un ventenne è stato ucciso dagli agenti da seguito di un tentativo di fermo. Le manifestazioni, iniziate in maniera pacifica, ben presto però sono sfociate in scontri.
A cura di Antonio Palma
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Sono state ore di vera e propria guerriglia urbana con scontri con la polizia, danneggiamenti e assalti a Memphis, nello stato del Tennessee, in Usa, dopo che la polizia ha ucciso un giovane afroamericano durante alcuni controlli. La vittima è Brandon Webber, un ventenne che era ricercato per alcuni reati e sul quale pendevano diversi mandati di cattura. Secondo una sommaria ricostruzione dell'accaduto, durante il fermo il giovane avrebbe tentato di scappare e gli agenti avrebbero aperto il fuoco contro di lui uccidendolo sul colpo nel cortile di casa della sua famiglia. Contro il ragazzo sarebbero stati sparati circa venti colpi di arma da fuoco. La tragedia ha subito innescato le polemiche in città con pesanti accuse alla polizia, incolpata di aver aperto il fuoco su un uomo che non era un pericolo  per gli agenti.

Nelle strade di Memphis sono scese centinaia di persone avviando cortei spontanei di protesta contro la violenza della polizia. Le manifestazioni, iniziate in maniera pacifica, ben presto però sono sfociate in violenza con assalti alla polizia, lancio di oggetti e danneggiamento di volanti. La polizia in assetto antisommossa ha risposto con lancio di lacrimogeni e cariche. Gli scontri sono poi proseguiti per ore. Il bilancio al momento è di almeno 24 agenti feriti e tre persone arrestate.

Ricostruendo l'accaduto che ha innescato le proteste, la polizia locale ha spiegato che non era direttamente coinvolta ma che sulla scena erano presenti agenti statali del Tennessee Bureau of Investigation appartenenti a una task force regionale anti-crimine. Secondo la ricostruzione del TBI, in azione vi era una squadra della Gulf Coast Regional Fugitive Task Force che era arrivata a individuare il sospettato in un'abitazione del posto e stava per arrestarlo. Alla vista degli agenti però il ricercato  sarebbe salito su un veicolo e avrebbe speronato più volte le auto della polizia prima di uscire dal'abitacolo con un'arma. Solo a questo punto gli agenti avrebbero sparato uccidendolo. Quando la notizia si è diffusa, sul posto sono accorse numerose persone che hanno iniziato ad inveire contro gli agenti lanciando anche oggetti e sono partiti i cortei di protesta.

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