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Assalto al Congresso Usa dei sostenitori di Trump

L’assalto al Congresso Usa parte di un piano per un colpo di Stato: il documento che inchioda Trump

C’era un piano per mantenere Trump alla presidenza Usa. Il progetto prevedeva una dichiarazione di emergenza nazionale per impedire la certificazione della vittoria di Biden il 6 gennaio, giorno dell’assalto a Capitol Hill.
A cura di Susanna Picone
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C'era un piano per mantenere l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump alla Casa Bianca. Alla vigilia dell'assalto a Capitol Hill del 6 gennaio scorso girava un progetto dettagliato per la ripresa del potere da parte del tycoon. A consegnarlo alla commissione del Congresso l'ex capo dello staff della Casa Bianca Mark Meadows, che lo avrebbe ricevuto via mail senza però fare nulla. Come riportano oggi New York Times e Guardian, nella presentazione di 38 pagine al vaglio della commissione si raccomanda all'ex presidente di dichiarare subito lo stato di emergenza per questioni di sicurezza nazionale al fine di ritardare la certificazione della vittoria di Biden da parte del Senato, fissata proprio per il 6 gennaio. A metterlo a punto il piano sarebbe stato un ex colonnello dell'esercito texano sostenitore della tesi delle elezioni truccate. L'assalto al Congresso dunque non sarebbe stata una rivolta organizzata in fretta e furia sui social ma un piano studiato nei minimi particolari.

L'ex capo di Gabinetto dell'amministrazione Trump ha consegnato alla commissione del Congresso Usa che indaga sull'assalto a Capitol Hill un PowerPoint, ricevuto alla vigilia del tragico attacco al Congresso, in cui si elencano appunto i passaggi per attuare un golpe. Come riporta il Guardian, le 36 pagine del PowerPoint intitolato “Election Fraud, Foreign Interference & Options for 6 Jan”, dimostrano che Meadows fosse consapevole dei tentativi di Trump e dei suoi alleati di fermare la certificazione della vittoria di Biden da parte del Senato, sulla base di cospirazioni relative a frodi elettorali.

Secondo il PowerPoint, i membri del Congresso dovevano essere informati dell'interferenza straniera nel voto – ovvero una serie di fake news su interferenze cinesi – e Trump avrebbe potuto dichiarare lo stato d'emergenza nazionale, dichiarare non valido il voto elettronico e chiedere al Congresso di concordare una soluzione costituzionalmente accettabile. Il 6 gennaio spettava al vicepresidente Mike Pence di presiedere alla certificazione al Congresso della vittoria del candidato democratico. Secondo questo piano, avrebbe dovuto bloccare i grandi elettori assegnati a Biden, sostituirli con grandi elettori trumpiani o rimandare la certificazione.

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