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La morte di George Floyd in Usa

L’agente Derek Chauvin colpevole per la morte di George Floyd: il verdetto della giuria dopo il processo

Arrivato il verdetto nel processo per la morte di George Floyd, l’afroamericano ucciso durante un fermo di polizia il 25 maggio 2020 a Minneapolis. La giuria, composta da sei bianchi e sei afroamericani, ritiene l’ex agente Derek Chauvin colpevole di omicidio involontario di secondo grado, omicidio di terzo grado e omicidio colposo di secondo grado.
A cura di Susanna Picone
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Derek Chauvin è stato dichiarato colpevole per la morte di George Floyd, in particolare per i reati di omicidio involontario di secondo grado, omicidio di terzo grado e omicidio colposo di secondo grado. La pena massima per omicidio colposo di secondo grado è la reclusione non superiore a 40 anni. La pena massima per l'omicidio di terzo grado è la reclusione non superiore a 25 anni. La pena massima per omicidio colposo di secondo grado è di 10 anni e/o 20mila dollari di cauzione.

Screen da Twitter.
Screen da Twitter.

In una Minneapolis blindata è così arrivato il verdetto del processo a Derek Chauvin, l'ex agente accusato di aver ucciso il 25 maggio 2020 George Floyd tenendo il ginocchio sul suo collo per oltre nove minuti, nonostante quel "non riesco a respirare” pronunciato dall’uomo. Non solo Minneapolis ma l’intero Paese era in attesa della decisione della giuria. Per paura di proteste e scontri – centinaia di manifestanti da giorni si sono radunati nei pressi del tribunale – sono state rafforzate le misure di sicurezza ovunque e lo stesso tribunale è diventato un fortino, circondato da barriere di cemento e recinzioni col filo spinato. L'ex poliziotto ha rifiutato di testimoniare al processo ma si è dichiarato sin dall'inizio non colpevole. Tre le accuse sul suo capo: dall’omicidio colposo (sino a 10 anni) all’omicidio di secondo grado, ossia preterintenzionale (sino a 40 anni) e di terzo grado (sino a 25 anni), per azioni particolarmente pericolose compiute con sconsiderata indifferenza per la vita umana.

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Gli interventi conclusivi al processo

Prima che la giuria, composta da sei bianchi e sei afroamericani, si ritirasse in un hotel per deliberare, le parti hanno tenuto i loro interventi conclusivi. Il procuratore Steve Schleicher ha accusato Derek Chauvin di aver tradito il suo distintivo e di aver ucciso George Floyd ignorando le sue disperate implorazioni, le regole sull'uso della forza e la prassi della rianimazione. Ha ripetuto spesso "nove minuti e 29 secondi” per ricordare la durata della presa sul collo della vittima, ammanettato a terra davanti al negozio che lo aveva accusato di aver usato una banconota falsa da 20 dollari per comprare le sigarette. La difesa, guidata dall'avvocato Eric Nelson, tra le altre cose ha cercato di seminare dubbi sulle cause della morte della vittima parlando dei problemi di cuore di Floyd, aggravati dall'uso di droghe e dal monossido di carbonio della marmitta della volante. "Lo Stato non è riuscito a dimostrare le sue accuse oltre ogni ragionevole dubbio – ha detto Nelson – Pertanto, il signor Chauvin dovrebbe essere ritenuto non colpevole di tutte le accuse”. Il giudice Peter Cahill ha letto ai giurati le istruzioni prima che lasciassero l'aula: "Prendetevi il tempo necessario. Valutate attentamente le prove, non saltate a conclusioni sulla base delle vostre esperienze. La legge richiede una decisione sulla base delle prove. La vostra decisione deve essere unanime e non dovete essere influenzati dalle possibili conseguenze della vostra decisione".

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Medico smentisce la difesa dell’agente: Floyd morto per asfissia

Il medico Martin Tobin nella sua testimonianza al processo ha detto che George Floyd è morto per asfissia e non per un overdose di fentanyl, come sostenuto dalla difesa di Chauvin. Il medico ha raccontato alla giuria di aver guardato i video degli ultimi minuti di vita di Floyd "centinaia di volte" e di aver concluso che "anche una persona in salute sarebbe morta" dopo quella violenza. Circa tre minuti prima che l’ex poliziotto togliesse il ginocchio dal collo dell’afroamericano "non era più rimasto un grammo di ossigeno nel suo corpo". "Il ginocchio è rimasto sul collo per altri tre minuti e 27 secondi dopo che ha esalato il suo ultimo respiro", ha spiegato quindi lo pneumologo aggiungendo che anche la posizione delle manette e il fatto che l'uomo avesse il volto schiacciato sull'asfalto hanno giocato un ruolo nella sua morte. Il processo contro Derek Chauvin è iniziato il 29 marzo e durante il procedimento sono stati sentiti 45 testimoni.

La morte di Floyd e le proteste in tutto il mondo

Il video della morte di George Floyd, a terra con il ginocchio dell'agente sul collo fino a soffocarlo nonostante le parole “Please, I can't breath”, ha spinto milioni di persone negli Stati Uniti e non solo a scendere in piazza per settimane, nonostante la pandemia, accanto al movimento Black Lives Matter. Floyd è diventato simbolo della lotta contro il razzismo e la violenza della polizia Usa nei confronti degli afroamericani.

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