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Allarme inquinamento in Brasile: chiazza di petrolio raggiunge 53 stati

Aumenta giorno dopo giorno il numero di città interessate dalla chiazza di petrolio che ha colpito la costa nord-orientale del Brasile dall’inizio di settembre: le città coinvolte sono ora 53, ma l’emergenza viene fronteggiata da pochissimi uomini. Trovate già le prime tartarughe morte e cosparse di petrolio.
A cura di Davide Falcioni
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A pochi giorni dalla fine dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite che ha lanciato per l'ennesima volta l'allarme inquinamento, invitando tutti gli stati ad adottare misure per contrastare il cambiamento climatico, aumenta il numero di città interessate dalla chiazza di petrolio che ha colpito la costa nord-orientale del Brasile dall'inizio di settembre: le città coinvolte sono ora 53. Secondo il bilancio più recente divulgato dall'Istituto brasiliano per l'ambiente e le risorse naturali rinnovabili (Ibama), ci sono già 112 località in otto diversi Stati colpiti dal fenomeno, tra cui numerose spiagge.

L'unico Stato del Nordest a non essere stato interessato dall'emergenza finora è quello di Bahia. Per l'Istituto brasiliano per l'ambiente e le risorse naturali rinnovabili, il petrolio inquinante è lo stesso in tutti i luoghi colpiti e non proverrebbe dal Brasile. Si tratterebbe di greggio, cioè non frutto di derivati come la benzina, ma la sua origine non è ancora chiara. Ibama ha intanto chiesto il supporto di Petrobras per la pulizia delle spiagge. Nei prossimi giorni, la società petrolifera metterà a disposizione circa 100 persone, un numero che però appare del tutto insufficiente per affrontare adeguatamente la situazione.

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Fernanda Pirillo, coordinatrice di Ibama per le emergenze ambientali, ha commentato la vicenda: "Un simile incidente non era mai accaduto qui in Brasile. Di solito, le chiazze di origine sconosciuta, come questa, hanno scarso impatto e coprono solo uno Stato". Il petrolio è stato trovato su nove tartarughe, sei delle quali rinvenute senza vita, e su un uccello morto. Secondo l'istituto brasiliano non ci sono prove di contaminazioni di pesci e crostacei, ma la valutazione della qualità della pesca nelle aree colpite per il consumo umano è responsabilità dell'agenzia di sorveglianza sanitaria.

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