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Addio Matteo De Cosmo, art director della ‘Marvel’ a New York: ucciso dal Coronavirus

Originario di Bari, si è spento il 21 aprile scorso a 52 anni, sconfitto dal Coronavirus nella stanza di una clinica del New Jersey. L’art director aveva lavorato ad alcune serie televisive Marvel come The Punisher e altri progetti prodotti da ABC Studios.
A cura di Biagio Chiariello
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Matteo De Cosmo è morto all'età di 52 anni a causa di alcune complicazioni legate al Coronavirus, l'art director aveva lavorato ad alcune serie televisive Marvel come The Punisher (Netflix) e altri progetti prodotti da ABC Studios. Originario di Bari, era diventato uno degli scenografi più apprezzati a New York. Si è spento nella stanza di una clinica del New Jersey, dove aveva combattuto il virus nell’ultimo mese. Era il 23 marzo quando aveva chiesto il ricovero dopo qualche giorno di febbre e problemi respiratori persistenti. Da allora non si è mai ripreso. Il decesso è stato comunicato ufficialmente il primo maggio, ripresa dai principali giornali americani e non solo specializzati in cinema e tv. Matteo lascia la moglie Aris Mejer, attrice di origine portoricana, il figlio Marcello, 15 anni, che vive in Australia con la seconda moglie.

Chi era Matteo De Cosmo

Matteo De Cosmo aveva iniziato la sua carriera come tecnico del set, per poi passare ad essere assistente direttore artistico e costumista, collaborando con film quali Circus Lives, Arresting Gena, Louis & Frank e Spring Forward. Per anni è stato un importante membro degli ABC Studios, con cui ha collaborato anche ad altre serie note come Luke Cage ed Emergence. ABC Studios ha commentato la sua morte : "Era un vero talento, incredibilmente creativo e amato da tutte le persone con cui ha lavorato. Ci mancherà profondamente e i nostri cuori sono rivolti alla sua famiglia e ai suoi amici".

Il dolore della famiglia

La notizia ha ovviamente gettato nello sconforto i suoi familiari in Italia. Queste le parole della sorella Lucia alla Gazzetta del Mezzogiorno: “L’ho visto per l’ultima volta in una videochiamata che mi ha fatto prima del ricovero, non riesco ancora a capacitarmi che sia finita così…era venuto a Bari per me, perché ero alle prese con problemi di salute. Matteo era una persona incredibile. A parte il talento che ha mostrato fin da ragazzino, aveva un cuore grande, immenso. Sì, era l’uomo della mia vita…”

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