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Esce “Christus vivit” di papa Francesco: “Reagire a idee xenofobe e chiusure anti-migranti”

Nella sua esortazione post sinodale intitolata “Christus vivit”, incentrata sui giovani, papa Francesco ha toccato diversi temi. Ha ringraziato chi denuncia gli abusi e sulla sessualità ha scritto: “Nessun tabù, è un dono di Dio”. C’è anche un’esortazione a reagire alle chiusure xenofobe verso i migranti.
A cura di Susanna Picone
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“Cristo vive. Egli è la nostra speranza e la più bella giovinezza di questo mondo. Tutto ciò che Lui tocca diventa giovane, diventa nuovo, si riempie di vita. Perciò, le prime parole che voglio rivolgere a ciascun giovane cristiano sono: Lui vive e ti vuole vivo”. Inizia così “Christus vivit”, l'Esortazione apostolica post-sinodale di papa Francesco firmata il 25 marzo nella Santa Casa di Loreto e pubblicata oggi. Nel documento, composto di nove capitoli divisi in 299 paragrafi, Bergoglio spiega di essersi lasciato ispirare dalla ricchezza delle riflessioni e dei dialoghi del Sinodo dei giovani. Ci sono giovani, scrive il Papa, che “chiedono una Chiesa che ascolti di più”, che non stia continuamente a condannare il mondo. Per quanto riguarda l'amore e la famiglia, papa Francesco scrive che “i giovani sentono fortemente la chiamata all'amore e sognano di incontrare la persona giusta con cui formare una famiglia”, e il sacramento del matrimonio “avvolge questo amore con la grazia di Dio, lo radica in Dio stesso”. “Dio ci ha creati sessuati, Egli stesso ha creato la sessualità, che è un suo dono, e dunque niente tabù. È un dono che il Signore dà e ha due scopi: amarsi e generare vita. È una passione. Il vero amore è appassionato”, così il Pontefice. Francesco osserva che “l'aumento di separazioni, divorzi può causare nei giovani grandi sofferenze e crisi d'identità. Talora devono farsi carico di responsabilità che non sono proporzionate alla loro età”. Ma per il Papa vale la pena scommettere sulla famiglia: “Non lasciate che vi rubino la possibilità di amare sul serio”.

Il ringraziamento alle vittime che hanno il coraggio di denunciare gli abusi – In “Christus vivit” il Papa parla anche degli abusi sui minori, fa proprio l'impegno del Sinodo per l'adozione di rigorose misure di prevenzione ed esprime gratitudine verso coloro che hanno il coraggio di denunciare. Gli abusi non sono però l'unico peccato nella Chiesa: “I nostri peccati sono davanti agli occhi di tutti; si riflettono senza pietà nelle rughe del volto millenario della nostra Madre”, ma la Chiesa non ricorre ad alcuna chirurgia estetica, “non ha paura di mostrare i peccati dei suoi membri”. “Ricordiamoci però – scrive il Papa – che non si abbandona la Madre quando è ferita”. Questo momento con l'aiuto dei giovani “può essere davvero un'opportunità per una riforma di portata epocale, per aprirsi a una nuova Pentecoste”.

I migranti come paradigma del nostro tempo – Nel terzo capitolo dell'esortazione post-sinodale il Papa presenta “i migranti come paradigma del nostro tempo” e ricorda i tanti giovani coinvolti nelle migrazioni. “In alcuni Paesi di arrivo, i fenomeni migratori suscitano allarme e paure, spesso fomentate e sfruttate a fini politici. Si diffonde così una mentalità xenofoba, di chiusura e di ripiegamento su se stessi, a cui occorre reagire con decisione”, dice il Papa. E ancora: “La preoccupazione della Chiesa riguarda in particolare coloro che fuggono dalla guerra, dalla violenza, dalla persecuzione politica o religiosa, dai disastri naturali dovuti anche ai cambiamenti climatici e dalla povertà estrema”, parlando di persone che sognano un futuro migliore. Altri migranti sono “attirati dalla cultura occidentale, nutrendo talvolta aspettative irrealistiche che li espongono a pesanti delusioni. Trafficanti senza scrupolo, spesso legati ai cartelli della droga e delle armi, sfruttano la debolezza dei migranti”, mentre “va segnalata la particolare vulnerabilità dei migranti minori non accompagnati”. Papa Francesco chiede “in particolare ai giovani di non cadere nelle reti di coloro che vogliono metterli contro altri giovani che arrivano nei loro Paesi, descrivendoli come soggetti pericolosi”.

Nuove forme di violenza si diffondono attraverso i social – L'esortazione post-sinodale di Bergoglio si sofferma anche sul tema dell'"ambiente digitale", che ha creato un nuovo modo di comunicare e che può facilitare la circolazione di informazione indipendente. In molti Paesi, il web e i social network sono "ormai un luogo irrinunciabile per raggiungere e coinvolgere i giovani". Ma per il Papa “è anche un territorio di solitudine, manipolazione, sfruttamento e violenza, fino al caso estremo del dark web”. “I media digitali possono esporre al rischio di dipendenza, di isolamento e di progressiva perdita di contatto con la realtà concreta. Nuove forme di violenza si diffondono attraverso i social media, ad esempio il cyberbullismo; il web è anche un canale di diffusione della pornografia e di sfruttamento delle persone a scopo sessuale o tramite il gioco d'azzardo”. Non va dimenticato che nel mondo digitale operano interessi economici capaci di creare “meccanismi di manipolazione delle coscienze e del processo democratico”.

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