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Se i maturandi non conoscevano Giorgio Caproni, la colpa è della scuola

Panico e ironia l’hanno fatta da padroni per tutta la mattinata. Se gli studenti non conoscevano la poesia di Giorgio Caproni, la colpa non è loro, ma della scuola italiana che oggi pretende di esaminarli.
A cura di Redazione Cultura
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Stamattina, all'apertura delle buste con le tracce, molti studenti saranno rimasti disorientati dalla presenza di  una poesia di Giorgio Caproni come testo da analizzare per la prova cosiddetta di "Tipologia A". Come in un campo elettromagnetico, il panico si è diffuso dalle aule ai social, alle pagine web dei giornali e, immaginiamo, alle famiglie dei ragazzi: "Chi è questo Caproni?", "Ma è troppo contemporaneo per essere conosciuto!". L'ironia della rete non si è fatta attendere.

Addirittura, su Wikipedia, la pagina del grande poeta livornese (ma ligure e poi romano d'adozione) è stata modificata ed è stata inserita una dicitura con cui si ironizzava dicendo che "Giorgio Caproni è stato il più bestemmiato del 21 giugno 2017". Qualcuno derubricherà tutto ciò a semplice ironia, qualcun altro invece addurrà il solito degrado dei nostri tempi, dei nostri giovani che non sono più come quelli di una volta

Ma la verità è che la colpa, come sempre, è l'arretratezza di un sistema scolastico non aggiornato, di professori costretti a fermarsi nello studio di ciò che è contemporaneo, quando va bene, a Pirandello e Svevo. Un poeta come Giorgio Caproni, morto nel 1990 (addirittura i "Versicoli quasi ecologici" appartengono a  una raccolta postuma del 1991) non poteva essere noto ai ragazzi, semplicemente perché nessuno glieli ha mai letti, né raccontati, né fatti studiare.

Così messe le cose, non poteva non finire nel calderone dell'ironia nazionale del giorno anche un grande poeta come Giorgio Caproni. L'uomo che tradusse Proust e raccontò il mare, Genova, la fanciullezza (e sì, anche la natura) come pochi hanno mai fatto.

Così messe le cose, tutti adesso giudicheranno i ragazzi, il web, i social come quel luogo dove si fa diletto e sprezzo di tutto e di tutti. Forse è vero. Ma prima di tutto bisognerebbe porsi il problema di come fare in modo che programmi scolastici, docenti, scuola italiana e mondo funzionino in un sincrono più o meno accettabile.

Se i ragazzi non conoscevano Caproni, la colpa non è loro, ma della scuola italiana che oggi pretende di esaminarli.

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