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Enrico Cordella disperso in mare, si spera ancora: “Vogliamo restituirlo alla famiglia”

L’impegno dei volontari alle ricerche di Enrico Cordella, il giovane disperso dal 24 febbraio scorso quando a Santa Maria La Scala un’auto è stata trascinata in mare. Uno dei sub dell’Etna Divers: “Noi quel ragazzo vogliamo restituirlo alla famiglia. Gente perbene, che ogni giorno raggiunge il molo nella speranza che il mare possa restituire finalmente Enrico”.
A cura di Susanna Picone
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“Noi quel ragazzo vogliamo restituirlo alla famiglia. Gente perbene, che ogni giorno raggiunge il molo nella speranza che il mare possa restituire finalmente Enrico. Ci hanno dato delle indicazioni. Forse è vero che il corpo del giovane è rimasto inizialmente agganciato da qualche parte, così come testimonierebbe, del resto, la tracolla poi ritrovata strappata. Questo potrebbe spiegare il perché, a differenza di quel che è accaduto con i corpi degli altri due ragazzi, il suo non è riaffiorato il giorno successivo. Poi il resto l’hanno fatto le mareggiate dei giorni successivi. Adesso, però, il problema è capire dove sia”. A parlare è Antonio Taglieri, uno dei sub dell’Etna Divers impegnato, insieme ad altri, nelle ricerche di Enrico Cordella, l’unico dei tre giovani travolti da un’onda a Santa Maria La Scala, nel Catanese, il 24 febbraio scorso e mai più ritrovato. I corpi degli altri due ragazzi che si trovavano con Enrico sono stati trovati il giorno successivo la tragedia.

"Vogliamo restituire alla famiglia un corpo da seppellire" – “Quei ragazzi sono stati davvero sfortunati. Quando abbiamo appreso della disgrazia pensavamo a chissà quale imprudenza, invece dopo esserci recati al porticciolo di Santa Maria la Scala ci siamo resi conto che, al di là del fatto che è sempre sconsigliabile avvicinare il mare in tempesta, tutto è stato frutto di una serie di terribili fatalità”, ha detto ancora Taglieri spiegando che purtroppo in questi casi non si possono avere certezze. Al quotidiano La Sicilia il sub ha però chiarito di sperare ancora di trovare il ragazzo disperso in mare e voler offrire “il nostro contributo per far sì che i signori Cardella possano almeno avere questo piccolo conforto: un corpo da seppellire, una tomba su cui pregare per Enrico”. Ai volontari è stato rivolto anche un invito dal sub: “La scogliera è lunghissima e non è detto che Enrico non possa essere stato spinto verso terra. Chi ne ha l’opportunità, chi la mattina ama passeggiare in riva al mare, provi a prestare attenzione. Credetemi, la famiglia di questo ragazzo lo merita davvero…”.

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