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Emiliano: “Il PD pensa solo ai potenti, è diventato il partito di banchieri e finanzieri”

Ancora un durissimo attacco di Michele Emiliano alla linea del segretario del PD: “Il governo Renzi ha usufruito di una grande flessibilità dall’Europa ma non ha saputo utilizzarla per invertire il ciclo economico”.
A cura di Redazione
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Continuano a far discutere le dichiarazioni di Michele Emiliano, che da tempo critica duramente la gestione del partito da parte del segretario Matteo Renzi e chiede che si vada al più presto a un congresso anticipato. Dopo aver giudicato “senza precedenti la gravità dei danni che Renzi ha fatto al Paese” e considerato che la richiesta di voto anticipato serva solo “a salvare una classe politica e probabilmente un segretario del partito che se facesse il congresso verrebbe travolto”, il Governatore della Puglia affonda nuovamente il colpo.

Nel corso di una intervista rilasciata ad Amedeo La Mattina su La Stampa, Emiliano valuta con durezza l’attuale stato del Partito Democratico, che non è più una comunità ma “è diventato il partito dei banchieri, dei finanzieri, dell’establishment; un partito interessato solo ai potenti e non al popolo”. Per Emiliano le responsabilità sono anche del Governo Renzi che “ha usufruito di una grande flessibilità dall’Europa ma non ha saputo utilizzarla per invertire il ciclo economico”.

Il Governatore della Puglia spiega la sua visione di Paese, a partire dalla questione dell’abbassamento della pressione fiscale: “Si può abbassare la pressione fiscale riducendo i costi della Pubblica amministrazione. Vanno garantiti i diritti essenziali come la salute, la giustizia, la formazione, la sicurezza, ma se una multinazionale deve dirimere una complessa procedura, ad esempio di verifica ambientale, perché non dovrebbe pagare di tasca propria il servizio che gli offre la Pubblica amministrazione?”

Poi spiega di essere d’accordo con la proposta di reddito di cittadinanza, ma “solo per i casi di povertà assoluta” e di considerare fondamentale il ripristino dell’articolo 18, o meglio, “una sua estensione a tutte le aziende”, perché “non si può distruggere la vita di una persona, licenziandola senza giusta causa e dandole una manciata di soldi”.

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