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Email Clinton, il dipartimento di Giustizia mette sotto inchiesta l’Fbi

Il governo Obama ha deciso di mettere sotto osservazione la gestione delle indagini sulla candidata democratica, Hillary Clinton, prima delle elezioni presidenziali dalle quali poi è uscita sconfitta, puntando il dito proprio contro l’FBI.
A cura di Biagio Chiariello
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Il Dipartimento di Giustizia americano ha aperto un'inchiesta sulle azioni compiute dallo stesso organo di governo e soprattutto dall'Fbi durante le indagini sulla candidata democratica, Hillary Clinton, prima delle elezioni presidenziali dello scorso novembre. L’intenzione è capire le modalità con le quali è stato gestito il caso delle email della candidata democratica Hillary Clinton, poi sconfitta da Donald Trump. L'ispettore generale dovrà ora accertare se le decisioni investigative dei federali siano state prese in base ad analisi errate. Lo ha annunciato l’ispettore generale Michael Horowitz del Dipartimento di Giustizia USA, precisando che saranno passate sotto la lente “alcune azioni” dell’FBI e dello stesso Dipartimento di Giustizia, a partire dalla conferenza stampa tenuta del direttore James Comey del luglio 2016, quella in cui annunciata che dopo un primo accertamento sulle email della Clinton non erano emerse evidenze che avrebbero potuto portare ad un’incriminazione.

Lo staff di Hillary Clinton, all’indomani della sconfitta contro i repubblicani del tycoon newyorkese,  aveva puntato il dito proprio contro l’FBI. Il 28 ottobre scorso Comey aveva annunciato al Congresso USA la scoperta di nuove email della Clinton da analizzare e il 6 novembre, due giorni prima del voto finale, aveva confermato quanto già scoperto pochi mesi prima. Secondo la ex first lady, però, questo ripensamento da parte dell’FBI fu decisivo anche per il risultato delle presidenziali: “Ci sono molte ragioni per cui un’elezione così non è stata un successo, ma secondo la nostra analisi è stata la lettera di Comey a sollevare dubbi che erano senza basi e fermare il nostro slancio. Siamo crollati e abbiamo dovuto faticare molto per provare a riguadagnare il nostro vantaggio”.

Il caso delle email esplose ancora prima della candidatura della Clinton alla Casa Bianca. L'accusa nei confronti della ex first lady era di aver utilizzato nei quattro in cui è stata Segretario di Stato un server privato di posta elettronica, installato nella sua residenza nello stato di New York, mettendo così a rischio la sicurezza nazionale. L’Fbi aveva poi chiuso l’inchiesta "mailgate", stabilendo che per quanto il comportamento di Clinton fosse da considerarsi “estremamente negligente“, non vi erano prove che avesse compiuto illeciti, cioè che informazioni top secret fossero state messe a rischio.

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