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Elio Lannutti (M5s) indagato per diffamazione e odio razziale per tweet su Protocolli Sion

Diffamazione aggravata dall’odio razziale: questa è l’accusa per cui è indagato il senatore del Movimento 5 Stelle, Elio Lannutti, dalla procura di Roma. Lannutti aveva fatto un tweet in cui condivideva un articolo nel quale si parlava dei Protocolli dei Savi di Sion, un falso storico creato per alimentare l’odio verso gli ebrei.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il senatore del Movimento 5 Stelle, Elio Lannutti, è indagato dalla procura di Roma per il reato di diffamazione aggravata dall’odio razziale. Un’accusa che deriva dal tweet per il quale Lannutti è finito al centro della polemica politica: nel post il senatore del M5s rilanciava un articolo in cui venivano considerati reali i Protocolli dei Savi di Sion, un falso storico creato dalla polizia zarista per alimentare l’odio verso gli ebrei negli anni della Russia imperiale. Il fascicolo è stato aperto dopo la denuncia presentata agli uffici della Digos dalla comunità ebraica di Roma, rappresentata dalla presidente Ruth Dureghello. Dopo il tweet e dopo la polemica scaturita, Lannutti si era scusato con un post su Facebook, dicendo di aver pubblicato un link sui banchieri Rothschild, senza però commentarlo: “Mai una frase, un pensiero, un’azione contro gli ebrei perseguitati e trucidati dai nazisti. Mai affermato di essere antisemita. Grazie a tutti quelli che conoscono la mia storia e le mie lotte, che non si prestano a dubbi”, aveva scritto.

L’accusa mossa dalla comunità ebraica è stata spiegata in un’intervista da Dureghello: “La citazione, con un tweet, dell'infame falso storico dei ‘Protocolli di Sion' è gravissima per molti motivi. Viene da un rappresentante delle istituzioni ed è dilagata sui social: un elemento che innegabilmente produce un ulteriore aggravio di responsabilità per la vasta diffusione che ha avuto”. Come spiega l’enciclopedia Treccani, il Protocollo dei Savi anziani di Sion non è altro che una “falsificazione propagandistica antisemita, redatta probabilmente da un agente della polizia segreta russa”. Si tratta di una bufala diffusa soprattutto negli anni successivi alla Prima guerra mondiale e forniva la prova – inventata – di un complotto architettato dal popolo ebraico e ordito durante incontri segreti che si sarebbero tenuti a Basilea nel 1897.

Dopo il tweet di Lannutti erano arrivate subito le proteste da più parti politiche. Emanuele Fiano, del Pd, scriveva: “Ma dove stiamo andando a finire? Dovrò espatriare io, in quanto ebreo? Un senatore dei 5S cita i Protocolli dei Savi di Sion, l’emblema dei falsi alla base dell’antisemitismo moderno come fonte per spiegare il controllo bancario. Siamo veramente ad un punto grave. Orribile”. Persino il capo politico del M5s e vicepresidente del Consiglio, Luigi Di Maio, si era dissociato: “Prendo le distanze, e con me tutto il Movimento, dalle considerazioni del senatore Elio Lannutti”.

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