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Elezioni Presidenziali 2017, Macron vs Le Pen: la Francia ha cancellato i vecchi partiti

Scompaiono l’UMP e il Partito Socialista. La Francia è stanca dei vecchi partiti.
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Il primo turno delle elezioni presidenziali francesi è già storia. Per la prima volta nessuno dei due grandi partiti tradizionali avrà un suo rappresentate al secondo turno. Uno choc per un paese abituato a un bipolarismo consolidato. Il prossimo Presidente della Repubblica non sarà né un socialista né un repubblicano. A confrontarsi saranno Marine Le Pen e Emmnuel Macron. Da una parte un partito – il Front National – che per oltre 50 anni è stato ai margini della vita politica francese, dall'altro un movimento – En Marche! – nato circa un anno fa. Due mondi che riscrivono il concetto di polarizzazione e vanno oltre lo scontro destra e sinistra per diventare un crinale nostalgici Vs progressisti. Una sfida che è specchio della nuova polarizzazione che attraversa l'occidente. Da una parte un suprematismo (bianco) nostalgico, dall'altra un movimento progressista che cerca di affrancarsi dai vecchi pilasti della sinistra per modificarne il DNA.

Per essere ancora più chiari lo scontro non è più tra la sinistra collettivista del XX secolo e la destra individualista ma tra una narrazione nostalgica "Remettre la France en ordre" e una progressista. Non sorprende il risultato di Marine Le Pen proprio perché non ha attinto, solo, al classico bacino della destra ma a uno più ampio: i cittadini spaventati. Quelli che si affidano a un candidato che promette di tornare a un passato che loro conoscono, che li rassicura. Non è la prima volta che accade, non sarà l'ultima. Quando l'umanità è attraversata da cambiamenti così profondi – come quelli creati dalla rivoluzione digitale – (paragonabile per impatto solo a quella industriale), ci sarà sempre una parte della popolazione che sarà spaventata dal cambiamento. Una parte della popolazione che davanti a un cambiamento così profondo sceglierà la sicurezza del passato anche se quel passato non esiste più.

Ma l'onestà intellettuale imporrebbe di non prendere in giro gli elettori. Non prenderli in giro affermando che si torna indietro: no, nella storia non si torna mai indietro. Non è mai successo e non succederà mai e chi afferma il contrario è in malafede.

È in malafede Marine Le Pen, è in malafede Trump. Sono in malafede tutti quelli che pensano che la risposta a un cambiamento così profondo sia tornare indietro. Anzi, diciamola tutta, sono dei leader incapaci: perché un politico incapace di immaginare un futuro non è un leader ma un venditore. Un piazzista di passato. Chi copia, chi non sa immaginare altro che qualcosa che già esiste (nel loro caso che è già esistito) è e sarà sempre un venditore che fa leva sulle paure dei cittadini.

Trump e Le Pen non hanno e non avranno mai la levatura di statisti. Sono e saranno dei sempre dei piazzisti di paure. Non hanno il dono di innovare, non hanno il dono di immaginare un futuro che non riproduce l'esistente. Chi innova immagina qualcosa che non c'è, chi innova scrive il futuro e guida i cittadini. Chi cerca le risposte nel passato è un piazzista che durerà il tempo di un elezione ma non sarà mai nei libri di storia.

Nei libri di storia ci sono gli uomini che portano idee nuove. Chi copia, chi ricicla gli schemi del passato è, e sarà sempre e solo un piazzista da Postalmarket.

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Ex direttore d'AgoraVox, già professore di Brand Strategy e Comunicazione Pubblicitaria Internazionale presso  GES -  Grandes Écoles Spécialisées di Parigi. Ex Direttore di Fanpage.it, oggi Direttore di Deepinto.
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