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Elezioni politiche 2018

Elezioni, l’allarme dell’Intelligence: attenzione a campagne sul web per influenzare il voto

I Servizi di informazione e sicurezza lanciano l’allarme in vista delle prossime elezioni: il rischio di campagne di influenza sul web che puntino a condizionare il voto è alto, così come alta è la minaccia della destra radicale che sta avendo sempre più presa, soprattutto tra i più giovani. L’Intelligence sottolinea, inoltre, che la minaccia terroristica jihadista rimane “concreta e attuale”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Le elezioni si avvicino e l’intelligence sottolinea come il rischio di campagne di influenza su internet che mirano a condizionare l’orientamento dell’opinione pubblica, e di conseguenza il voto, sia concreto. Nella loro relazione annuale i Servizi di informazione e sicurezza sottolineano i rischi in vista delle prossime elezioni e si soffermano anche su due pericoli che l’Italia continua a vivere: la minaccia jihadista e l’affermazione della destra radicale.

L’intelligence parla di campagne di influenza che “prendendo avvio con la diffusione online di informazioni trafugate mediante attacchi cyber, mirano a condizionare l'orientamento ed il sentiment delle opinioni pubbliche, specie allorquando queste ultime sono chiamate alle urne”. Una minaccia definita “ibrida” che si fa incombente con l’arrivo delle elezioni.

C’è poi un’altra minaccia politica in Italia, quella delle “possibili spinte anti-sistema, soprattutto quelle provenienti dai circuiti anarco-insurrezionalisti”. “Il 2017 – si spiega nella relazione – ha visto gli ambienti più radicali impegnati nel tentativo di rilanciare l'area sul piano operativo, a seguito dell'operazione di polizia giudiziaria denominata Scripta Manent (settembre 2016) condotta contro i militanti vicini alla pubblicazione Croce Nera Anarchica, accusati di aderire alla Federazione Anarchica Informale/Fronte Rivoluzionario Internazionale (FAI/FRI) che ha rivendicato, con l'inedita sigla Cellula Santiago Maldonado (dal nome di un attivista argentino), l'esplosione di un ordigno rudimentale davanti a una stazione dei carabinieri a Roma nel dicembre scorso”.

La minaccia della destra radicale

Altra minaccia viene rappresentata dalla destra radicale che dimostra “un dinamismo crescente, con la nascita di nuove sigle cui aderiscono soprattutto le fasce giovanili”. Il loro “potenziale impatto sulla coesione sociale non deve essere sottovalutato: le tensioni legate alla gestione dei flussi migratori e ai processi di integrazione rappresentano una piattaforma che la destra oltranzista può strumentalizzare anche per propagare messaggi che tendono ad accentuare la diffidenza e l'intolleranza nei confronti del ‘diverso', con il rischio di derive xenofobe”.

Queste formazioni – si legge ancora – per accrescere il proprio seguito, cavalcano situazioni di disagio sociale legate soprattutto alle problematiche abitative e occupazionali, promuovendo iniziative propagandistiche, provocatorie (anche all'insegna del nostalgismo fascista) e di contestazione. Nonostante la frammentazione cronica dell'area, derivante da personalismi e competizioni interne, si sono tuttavia verificati momenti di convergenza tra componenti diverse: in particolare in occasione delle tradizionali celebrazioni in onore di militanti deceduti e, in alcuni contesti territoriali, nelle prese di posizione comuni per contrastare le politiche governative in tema di immigrazione, ritenute responsabili di una progressiva ‘sostituzione etnica' e causa di un aumento della delinquenza, specie nelle periferie metropolitane”. L’intelligence sottolinea che l’ambiente italiano è distante da quello di altri paesi europei in cui la presenza di militanti neonazisti è più alta e più organizzata.

La minaccia terroristica

Il rapporto dei Servizi di informazioni e sicurezza parla anche di una minaccia del terrorismo jihadistaconcreta e attuale”. L’Italia è “oggetto dell'attività propagandistica ostile di Daesh e continuano ad essere presenti nel suo territorio soggetti radicalizzati – tra i quali ‘islamonauti' italofoni – o comunque esposti a processi di radicalizzazione”. Nello specifico si sottolinea “il pericolo rappresentato dagli estremisti homegrown, mossi da motivazioni e spinte autonome o pilotati da ‘registi del terrore’”.

La minaccia jihadista viene definita di “prima grandezza”, nonostante Daesh abbia subito pesanti sconfitte sul piano militare e finanziario. Ma “potrebbe essere ancora in grado di colpire l’Occidente e soprattutto l’Europa”, si sottolinea ancora. “L’aumento, da parte di Daesh, degli appelli ai propri sostenitori a intensificare gli attacchi – si legge nel documento – ha mantenuto elevato il livello della minaccia in Europa. Sulla spinta delle reiterate chiamate all'azione rivolte a ‘lupi solitari' e a simpatizzanti di varia estrazione, numerosi Paesi sono stati colpiti in stretta successione da attentati contro obiettivi civili ed istituzionali. Nella quasi totalità dei casi, le azioni sono state condotte da self-starters che hanno operato con modalità capaci di coniugare imprevedibilità ed economicità, facilità di esecuzione e alta probabilità di successo”.

Gli sbarchi occulti e le inflitrazioni criminali

L’Intelligence spiega che il calo di sbarchi dalla Libia ha creato nuove dinamiche nel Mediterraneo, con “un aumento sia degli approdi sulle sponde meridionali della Spagna di flussi provenienti dal Marocco, sia dei tentativi di sfondamento delle barriere terrestri a Ceuta e Melilla; l'arrivo in Sicilia, prevalentemente nell'Agrigentino e nel Trapanese, di un cospicuo numero di migranti nordafricani, per lo più tunisini, trasferiti in piccoli gruppi a bordo di barchini in legno; una crescita del flusso migratorio dall'Algeria in direzione delle coste sud-occidentali della Sardegna”.

I Servizi sottolineano una importante differenza tra gli arrivi dalla Libia e quelli “originati dalla Tunisia e dall’Algeria”, che sono “entrambi essenzialmente autoctoni e prevedono sbarchi occulti, effettuati sottocosta per eludere la sorveglianza marittima, aumentando la possibilità di infiltrazione di elementi criminali e terroristici”.

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