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Elezioni in Repubblica Ceca: trionfa il magnate Andrej Babis, il “Trump di Praga”

A vincere le elezioni parlamentari della Repubblica ceca è Andrej Babis col suo partito Ano. Sessantatre anni, miliardario e popolista, è critico sia verso la Ue che con i migranti e vuole governare lo Stato come un’azienda.
A cura di Susanna Picone
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In Repubblica Ceca ci sono state ieri e oggi le elezioni parlamentari per rinnovare la Camera dei Deputati. Elezioni finite, come da previsioni, con il trionfo del “Trump di Praga” Andrej Babis, magnate populista di sessantatre anni leader del movimento Ano 2011, che si è affermato con un grande distacco dagli altri otto partiti entrati in Parlamento. Babis, messo alla porta dal governo uscente per le accuse di frode che lo hanno travolto mentre occupava il ministero alle finanze (dal 2014 al 2017 è stato vicepremier e ministro delle finanze), ha ottenuto circa il 30 percento dei voti e ora può diventare premier. Proprietario dei principali giornali del Paese, una radio e una rete televisiva e contro i migranti islamici, contro l'adozione dell'euro, contro il diktat di Bruxelles, il secondo uomo più ricco del Paese ha ringraziato “tutti gli 1,5 milioni di elettori che ci hanno dato la chance di formare il governo, nonostante la campagna diffamatoria di due anni”.

Babis ha detto di voler gestire il Governo come un’impresa –  “È favoloso – ha aggiunto il magnate che come un’azienda promette di governare lo Stato – abbiamo vinto in tutte le regioni”. “Siamo un movimento democratico, siamo filoeuropei. Voglio combattere a Bruxelles in favore degli interessi nazionali cechi”, ha rassicurato sottolineando di voler formare un governo che dia stabilità in tempi brevi alla Repubblica Ceca. Dopo il partito Ano di Babis si è piazzato al secondo posto il centrodestra storico (Ods) con l'11,3 per cento dei voti. Poi il Partito dei pirati con il 10,8 e una formazione radicale, xenofoba, antieuropeista, il Partito della libertà e della democrazia diretta (Spd) guidata da un leader di origini miste ceco- giapponesi. Male, come previsto dai sondaggi prima del voto, i socialdemocratici (Cssd), che crollano al 7,5 per cento.

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