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Elena muore a 8 anni dall’incidente. La madre: “Era in stato vegetativo, ma sentiva”

La donna conosciuta per le battaglie sociali era stata coinvolta in un gravissimo scontro sulla Monselice-Mare nel febbraio del 2009 quando aveva 26 anni. Da allora è stata accudita dalla genitrice e dall’affetto di amici e parenti.
A cura di Biagio Chiariello
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Era il 9 febbraio del 2009, Elena Maron era a bordo della sua automobile sulla Monselice-Mare quando fu vittima di un pauroso incidente. Mercoledì la 35enne di Torreglia, conosciuta da tutti come Elly, è spirata.“Con la vicenda di Elena ho riscoperto il ruolo di madre, e meglio ho apprezzato e goduto del dono di essere mamma”, ha detto Lorena, la mamma di Elena , intervistata dal Gazzettino. “Non sono stati anni semplici, anzi senz'altro faticosi per noi tutti, prima di tutto per Elena, ma ricchi anche di soddisfazioni” ammette mamma Lorena. “In effetti la vita in famiglia ci è cambiata completamente con il grave incidente occorso ad Elena, soprattutto quando, dopo un primo periodo durante il quale pensavo che mia figlia potesse recuperare una certa autonomia, poi ho realizzato la gravità delle lesioni che le erano state procurate con l'incidente, tanto da dover lasciare il lavoro per dedicarmi a lei. Ho sempre avuto la certezza che lei ci percepisse”, sono le parole emozionanti della genitrice.

Il giorno dell’incidente Elly stava viaggiando sulla Monselice-mare, a bordo della sua Fiat Punto per recarsi al lavoro ad Albignasego (era impegnata in un’impresa di pulizie) e nell’immissione da via Olmo lungo la Sr 104 in direzione di Conselve, forse a causa di una mancata precedenza, è stata travolta da un autotreno proveniente da Monselice. L’impatto è stato talmente violento da provocare gravi danni cerebrali, tanto che Elena per tutto questo tempo è rimasta sempre in stato vegetativo.

La ragazza frequentava l’università di Scienze Politiche e faceva parte del collettivo studenti e del comitato di gestione. Molto attiva nel sociale, aveva intrapreso negli anni successivi a Rovigo un percorso in questo ambito, la sua intenzione era lavorare nelle carceri con i detenuti. “e piaceva tanto la musica, di qualsiasi genere. Organizzava feste, era una persona molto briosa, una vera roccia” racconta la collega Cristina Bortolami, che chiamava con affetto “mamma due”. Francesco Miazzi, volto noto dell’impegno sociale di Monselice, l’ha voluta ricordare con un post su Facebook: “Elly ha attraversato tantissimi dei momenti che hanno caratterizzato la vita sociale di questo territorio, dalle lotte per la casa a quelle per aprire spazi di autogestione, dai movimenti per la pace fino a tutte le mobilitazioni in difesa della salute, dell'ambiente e dei diritti dei migranti. Lo faceva con convinzione e trasporto, contagiando tutti con il suo sorriso e la sua allegria. Coniugava il lavoro con lo studio, l'impegno sociale con il tessuto di rapporti umani che solo lei sapeva consolidare. Il destino con Elena è stato profondamente ingiusto proprio per quello che aveva saputo dare agli altri e alla collettività nello spazio della sua esistenza. La nostra è una carezza simbolica carica di affetto e di dolore. Cara Elly, resterai certamente nei nostri cuori e nelle iniziative che continueremo a costruire..”

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