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Egitto, scoperta l’identità del misterioso faraone raffigurato su una tavoletta: è una donna

Il volto semidistrutto inciso su una tavoletta di calcare è stato identificato: si tratta di uno dei faraoni più longevi ed importanti dell’Egitto antico. Il suo nome è Hatshepsut, ed è una donna.
A cura di Federica D'Alfonso
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Busto di Hatshepsut, uno dei primi faraoni donna dell'antichità.
Busto di Hatshepsut, uno dei primi faraoni donna dell'antichità.

La scoperta è avvenuta in Egitto, durante un laboratorio organizzato per i giovani studenti di archeologia dell’Università di Swansea: quello che sembrava un semplicissimo bassorilievo raffigurante uno dei tantissimi sovrani dell’antichità è invece risultato essere una rarissima, e dunque molto preziosa, raffigurazione del faraone Hatshepsut. Rara e preziosa in quanto questo sovrano, in realtà, era una donna.

È stato Ken Griffin, docente di Egittologia, ha riconoscere nel mezzo volto inciso su una tavoletta di calcare qualcosa di più di un semplice artefatto anonimo: l’oggetto era rimasto per oltre vent’anni nei depositi del centro di ricerca dell’università, parte integrante di una serie di manufatti originali che vengono solitamente utilizzati per permettere ai giovani studenti di fare pratica.

L’oggetto, una tavoletta di calcare di circa dieci centimetri di lunghezza e cinque di spessore, risulta danneggiata in più punti e il volto della figura è quasi irriconoscibile: ma il dottor Griffin ha subito visto nel modo in cui i capelli sono intrecciati e nella corona con la testa di serpente l’iconografia propria di Hatshepsut, uno dei pochi faraoni donna dell’antichità. I simboli incisi sulla tavola sono gli stessi che decorano le pareti del magnifico tempio a Deir el-Bahri, nei pressi di Luxor: anche se attualmente la provenienza del manufatto è ancora ignota lo stesso Griffin ha ipotizzato che possa venire proprio da lì.

Il reperto è estremamente prezioso in quanto di questa sovrana, vissuta nel 1400 a. C. circa, restano ben poche testimonianze: dopo la sua morte infatti, avvenuta probabilmente a causa di un cancro alle ossa, la sua immagine subì un pesantissimo processo di damnatio memoriae, con la cancellazione di tutti i bassorilievi che la raffiguravano e la distruzione accurata e sistematica di tutte le statue a lei dedicate.

Hatshepsut, la sovrana dimenticata

Bassorilievo nel tempio di Hatshepsut: la donna veniva frequentemente rappresentata con le fattezze di un uomo.
Bassorilievo nel tempio di Hatshepsut: la donna veniva frequentemente rappresentata con le fattezze di un uomo.

Molti obelischi e gran parte della pietra delle statue vennero riutilizzati in altre opere, ma l’accanimento con il quale l’immagine di Hatshepsut venne eliminata resta ancora argomento controverso fra gli archeologi: si ipotizza che responsabili di tali distruzioni possano essere stati i successori di Hatshepsut, Thutmose III e suo figlio Amenofi II, in linea con la generale tendenza all’esaltazione della propria figura a scapito dei predecessori, o molto probabilmente a causa della grande fama che aveva accompagnato la sovrana per tutta la vita.

Nonostante le scarse testimonianze oggi disponibili sappiamo che il regno di Hatshepsut fu particolarmente florido e prospero, tanto che alcuni studiosi la definirono “la prima grande donna della storia di cui noi abbiamo notizia”. Il suo regno fu uno dei più lunghi dell’Egitto antico, e sicuramente uno dei pochi presieduto da una donna.

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