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Viaggi, benzina, vestiti: su cosa stanno risparmiando gli italiani per colpa dell’inflazione

Secondo l’Istat nel 2021 gli italiani hanno risparmiato molto su vacanze, viaggi, carburante, vestiti e calzature, mentre sono aumentate le spese mediche.
A cura di Giacomo Andreoli
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Carburanti, vestiti, viaggi, calzature. Nel 2021, secondo i dati dell'Istat, le famiglie hanno risparmiato su molti fronti per cercare di affrontare l'inflazione, con i prezzi che continuano a crescere in praticamente tutti gli ambiti.

Con i salari al palo e i rincari generalizzati, quindi, le famiglie hanno risparmiato per lo più su viaggi e vacanze. Circa il 62,4% dei nuclei ha ridotto le spese in tal senso rispetto al 2020 (in quell'anno era del 46,8% rispetto al 2019). Per lo più si tratta di famiglie del Sud Italia, dove la percentuale arriva al 69,8%, anche se l'aumento maggiore rispetto al 2020 riguarda il Nord (dove si è passati dal 44,1% al 61,2% di famiglie costrette al risparmio).

Al secondo posto ci sono vestiti e calzature, con il 52,7% delle famiglie che ha ridotto in maniera significativa gli acquisti. Quindi i carburanti, con il 31,2% dei nuclei, quasi uno su tre, costretto a spendere di meno per riuscire ad arrivare con più tranquillità alla fine del mese. In particolare, tra queste famiglie, la percentuale più alta si registra sempre nel Mezzogiorno (36%). Sul lato alimentare si è ridotta la spesa per la carne (-1,5%) e quella per latte, formaggi e uova (-2,8%).

Sempre nel 2021, invece, sono state molto alte le spese per accertamenti e visite mediche. Circa il 4,4% delle famiglie dichiara di averle aumentate: nel Centro-Italia la percentuale arriva al 5,3%. Così è salita del 6% la spesa media familiare per l'abitazione.

Secondo l'Istituto di statistica, poi, la distribuzione dei consumi nel Paese è decisamente asimmetrica, con la metà delle famiglie italiane che lo scorso anno ha speso non più di 2mila euro al mese. Un dato leggermente al rialzo rispetto a quello del 2020, quando la maggioranza delle famiglie ha speso meno di 1.962 euro. In ogni caso è aumentata la spesa non alimentare del 5,7% rispetto al 2020 (in media 1.967 euro mensili). L’aumento più elevato si registra per i servizi ricettivi e di ristorazione (100 euro al mese), che nel 2020 aveva subito un vero e proprio crollo (del 38,9%).

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