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È nata Possibile, la “cosa di sinistra” di Pippo Civati

Ieri la prima assemblea nazionale di Possibile, il movimento di Pippo Civati: “La politica italiana ha già mortificato a sufficienza le persone, le parole e le cose. Ora una lunga estate di buona politica”.
A cura di Redazione
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Con una partecipata assemblea al circolo Arci di via campo Barbarico a Roma è ufficialmente nata “Possibile”, la creatura di Pippo Civati, che ha da mesi abbandonato il Partito Democratico in aperta polemica con la linea del segretario Matteo Renzi. Si è trattato del varo ufficiale di un progetto già avviato da tempo, con l’associazione Possibile che ora diventa “soggetto politico riconosciuto”. Come si legge nel “manifesto” pubblicato sul blog di Possibile, si tratterà di una casa “costruita sulla base delle idee e del lavoro delle persone che vorranno entrarci dentro, saranno loro a decidere come sarà, in uno schema aperto e orizzontale, in cui l’unico elemento immutabile sarà lo schema di valori, democrazia e partecipazione in cui abbiamo sempre creduto e che abbiamo illustrato nel nostro Patto Repubblicano”.

Da oggi è aperta dunque la fase di tesseramento e comincerà una nuova fase costituente, con l’obiettivo di arrivare ad un nuovo statuto e ad una “organizzazione definitiva” all’assemblea di ottobre. Nel frattempo la speranza è quella di attivare una serie di comitati territoriali, le “cellule operative” di Possibile, che potranno fare rete con altre associazioni o realtà civiche al fine di mettere in campo una serie di campagne e mobilitazioni. Come spiegato da Civati qualche giorno prima gli argomenti sui quali si sta lavorando in queste settimane sono “quelli legati alla riforma elettorale, al Jobs Act, allo Sblocca Italia e le grandi opere, alla riforma sulla scuola (con l'aggiunta di una campagna dedicata alla legalizzazione della cannabis)” (in tal senso una delle novità da sottolineare è data dalla "riscoperta" dell'istituto del referendum, su cui Possibile intende puntare in maniera sensibile).

Insomma, un progetto ambizioso che conta di arrivare “in cento, mille città” e “riportare la passione per la politica”, dopo anni in cui la politica italiana ha mortificato “le parole, le persone e le cose”. La sfida resta sempre la stessa, però: la costruzione di una alternativa “a sinistra”, in grado di unire le tante esperienze ed i diversi movimenti che si oppongono alla “deriva centrista” e alle finte rottamazioni. Una “costruzione” che parte dai temi e dalle idee e non come mera sommatoria di partitini e vecchi gruppi dirigenti. Sull'esempio di Podemos, dunque, ma senza dimenticare la necessità di arrivare ad un organismo strutturato e complesso.

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