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E intanto riparte la crociata “no gender nelle scuole”

Stiamo assistendo al ritorno in auge della battaglia dei nostri supereroi contro le forze del gender. Come un moderno gladiatore, è stato Mario Adinolfi a scagliarsi per primo contro l’inferno gender, pubblicando un duro post contro Kung Fu Panda 3, pericolosissimo veicolo di propaganda omosessualista targata DreamWorks.
A cura di Charlotte Matteini
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Sembrava essersi placata la protesta generata dagli "Amici di Mario (Adinolfi)" contro l'inesistente complotto gender che starebbe invadendo le scuole italiane. Un "vero e proprio attentato alla libertà di pensiero e di educazione da parte di una minoranza", come l'ha definito Avvenire, il quotidiano cattolico per eccellenza. Insomma, nonostante più e più volte siano state ampiamente ridimensionate, spiegate e sfatate numerose credenze facenti capo alla fantomatica "teoria del gender", a quanto pare gli ultracattolici stanno tornando in pista con variopinte proteste contro film, libri e convegni rei di fungere da grancassa per la propaganda degli ideali della pericolosissima e potentissima lobby gay.

Qualche giorno fa, per esempio, si è parlato molto della battaglia anti-gender portata avanti dall'alfiere del cattolicesimo italiano, Mario Adinolfi. Il nostro Mario nazionale, scosso da alcune terribili scene viste durante la proiezione di Kung Fu Panda 3 – anzi nemmeno, visto che ha successivamente candidamente ammesso di non averlo manco visto – ha pubblicato un duro post contro il cartone della DreamWorks: "Volete capire come si fa il lavaggio del cervello gender ai bambini? Ad esempio con il protagonista di Kung Fu Panda che ha due papà". Ma certamente. Secondo Mario, l'adorabile Kung Fu Panda che piace a tutti i bambini sarebbe stato utilizzato dalle oscure lobby gay per propagandare messaggi gender, ma soprattutto "far passare il concetto della stepchild adoption". DreamWorks è un'azienda in odor di gender e questo atteggiamento viene duramente contestato dai paladini della famiglia naturale che più naturale non si può.

Il caso sembrava aver raccolto più ilarità e sfottò che altro, con i social letteralmente invasi dai fotomontaggi di Adinolfi in versione panda, fino al 18 marzo, quando i media umbri hanno iniziato a riportare una notizia che ha del tragicomico. In seguito alla protesta di alcuni genitori cattolici, in una scuola materna di Perugia sarebbe stata vietata a tutti gli alunni la visione di Kung Fu Panda 3 perché ritenuto veicolo di propaganda gender. Per calmare gli animi perfino il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, è stata costretta a intervenire molto duramente: "Il tema ‘gender’ così come è stato discusso nel nostro Paese è una truffa culturaleNon esiste un tema gender nella Scuola e nel dibattito educativo, esiste una sensibilità alle pari opportunità e alla lotta alle discriminazioni che noi stiamo, credo con convinzione e come dovere culturale, cercando di portare avanti".

Kung Fu Panda – Stepchild adoption deluxe version è soltanto l'apice del ritorno in auge della battaglia dei nostri supereroi contro le forze del gender, però. Leggendo le news pubblicate di recente dal portale Notizie ProVita, si scopre infatti che il Popolo della Famiglia Naturale si sta preparando a combattere contro "l'ennesimo attacco all'umanità e ai bambini di tutto il mondo". Il Family Watch International, infatti, ha da poco lanciato un allarme: "Alle Nazioni Unite si continua a promuovere diritti sessuali quanto mai controversi, specie laddove auspicano una educazione sessuale radicale anche per i bambini molto piccoli", hanno sentenziato. Per combattere quest'ennesimo scempio culturale – fa sapere Notizie Provita – FWI ha prodotto un documentario intitolato “La guerra contro i bambini: l’agenda (ONU) per un’educazione sessuale globale”.

Tornando all'Italia, sempre il portale Notizie ProVita si scaglia contro un convegno organizzato presso l'Università di Verona, intitolato: "‘Giù le mani dei bambini'. Gli (pseudo) argomenti scientifici dei discorsi  no – gender". Sembra che i ProVita si siano un po' offesi per il titolo del convegno veronese, tanto da invitare i loro lettori sparsi sul territorio a partecipare all'incontro "prendere appunti coscienziosamente" e riferire i contenuti del panel. Ad aprile, segnalano, ci sarà anche un altro seminario dal titolo “Fare e disfare la famiglia. Dal progetto radicale di Gesù alle prime letture cristiane di Genesi 1-2”. Anche in questo caso chiedono aiuto ai propri attivisti e concludono piccati: "Ci piacerebbe anche capire quanti soldi prendono tra denari pubblici e tasse universitarie per pensare così tanto su così tante cose". Però quando strutture pubbliche e patrocini venivano concessi ai convegni organizzati da Adinolfi&Co. la domanda sui denari pubblici non si poneva, nevvero?

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