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Dopo l’attacco di Bossi al via la Pontida di Salvini: “La ruspa la uso per Renzi”

Matteo Salvini riunisce i suoi nel tradizionale raduno di Pontida. Ruspe e leghisti del Sud sono i protagonisti di quest’anno. Ieri l’attacco di un Bossi ridimensionato alla linea politica del nuovo segretario.
A cura di Susanna Picone
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“Siamo qui per vincere” è il titolo del tradizionale raduno annuale di Pontida che si svolge oggi. Quest’ultima è una edizione ricca di novità e particolarmente affollata. Circa 200 i pullman in arrivo da tutta Italia, anche dal sud, e tra i simboli, quest’anno, c’è la ruspa più volte nominata dal leader del Carroccio Matteo Salvini. Tra i numerosi striscioni presenti spiccano quelli degli esponenti provenienti da Bari, Viterbo, Sabaudia, Nettuno, Matera e da Sicilia e Sardegna. Numerose le magliette in vendita e indossate dai leghisti rappresentanti delle ruspe. Matteo Salvini, che al suo arrivo ha concesso selfie ai militanti, concluderà gli interventi. “La ruspa fa giustizia di tanti errori. La ruspa la uso per Renzi non per qualcun altro. La ruspa la usiamo per far ripartire il lavoro”, così Salvini ai giornalisti. “L'anno scorso eravamo qua per ricostruire e ripartire. Quest'anno siamo ripartiti e siamo qua per vincere. Abbiamo le idee e gli uomini giusti, vogliamo prendere un voto in più di Renzi e andare al governo a cambiare le cose”, ha continuato il segretario della Lega.

Bossi ridimensionato – Il raduno leghista di Pontida arriva all’indomani dell’attacco di Umberto Bossi al giovane segretario. In un congresso celebrato a porte chiuse a Milano la Lega ha approvato un nuovo Statuto che organizza il movimento in maniera confederale, con 13 associazioni regionali autonome in materia fiscale e organizzativa. È stato ridimensionato il ruolo di Bossi, presidente a vita e del comitato di garanzia e controllo, ma che non potrà più reintegrare gli espulsi con più di vent'anni di militanza ma solo i fondatori del movimento. “Che senso ha farmi presidente se sono privo di poteri? Forse hanno paura di me”, ha detto il Senatur. “La Lega – ha continuato Bossi – è sempre contro quello che è italiano, il centralismo e il fascismo italiano. I voti al Centro e al Sud, a Salvini, non glieli danno: quelli vogliono i soldi, mica cambiare il Paese. Se esce un partito nazionale, resta da solo a farlo”. Salvini, da parte sua, si è limitato a ringraziare chi lo ha preceduto ma facendo notare di avere più consensi.

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