Donna con il velo esclusa dalla palestra: “Non vogliamo Batman o suore”
Esclusa da una palestra di Mirandola, in provincia di Modena, perché indossa il velo: è successo a una ragazza italiana di origini marocchine. Khadija Tajeddine – questo il nome della giovane, che è anche presidente del Comitato per la Pace della città emiliana – ha deciso di rivolgersi al comune e denunciare quanto le è accaduto. In una lettera inviata al sindaco la ventottenne, che vive in Italia da vent'anni e lavora come interprete, ha raccontato: "Il proprietario ha rifiutato la mia iscrizione poiché mi vesto in modo poco occidentale. Ho chiesto chiarimenti e ha risposto che nella sua palestra non iscrive Batman o suore, alludendo al velo che copre il mio capo".
Il titolare della palestra, ha raccontato la ragazza, "ha concluso dicendo: ‘mia palestra, mie regole'. Conosco la legge, la Costituzione e i suoi principi e i suoi precetti, e ciò che mi è successo non ha scusanti", sottolinea la giovane. La ventottenne è nata in Marocco. Dal novembre 1999 vive in italia e da tre anni è in possesso anche della cittadina italiana. Dopo il diploma all'istituto "Luosi", ha frequentato l'università di Bologna, laureandosi in lingue e letterature straniere (triennale) e in relazioni internazionali (magistrale). Durante gli studi ha sempre lavorato in diverse aziende e società del territorio svolgendo attività come educatrice.
Dopo aver raccontato la sua disavventura la ragazza ha ottenuto solidarietà dal Comune di Mirandola, che ha duramente condannato l'episodio. L'Amministrazione comunale ha già incontrato la ventottenne, alla quale ha assicurato supporto per ogni azione che intendesse intraprendere per far valere i suoi diritti.