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Divorzio, l’ex moglie 50enne che non lavora da 30 anni ha diritto al mantenimento mensile

Secondoi giudici del tribunale di Nuoro, la donna, che per trent’anni si è dedicata alla famiglia e ha cresciuto tre figli senza mai lavorare, ha diritto a un mantenimento in quanto data l’età e l’assenza di esperienza lavorativa non sarebbe in grado di trovare un impiego retribuito e, dopo aver inoltre perso il tetto coniugale, di proprietà dell’ex marito, ha diritto a un aiuto economico per pagare un affitto.
A cura di Charlotte Matteini
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Se la ex moglie durante il matrimonio non ha mai lavorato e ha pensato a crescere i figli e a curare la casa coniugale, in caso di divorzio va mantenuta. Questo è quanto prescrive una recente sentenza emanata dal tribunale di Nuoro, il quale ha riconosciuto un assegno di mantenimento da 800 euro mensili in favore di una ex moglie 50enne senza lavoro. In sostanza, secondo i giudici, la donna, che per trent'anni si è dedicata alla famiglia e ha cresciuto tre figli senza mai lavorare, ha diritto a un mantenimento in quanto data l'età e l'assenza di esperienza lavorativa non sarebbe in grado di trovare un impiego retribuito quanto quello attuale e, dopo aver inoltre perso il tetto coniugale, di proprietà dell'ex marito, ha diritto a un aiuto economico per pagare un affitto.

Come spiega il portale Studio Cataldi, "la recente sentenza di merito n. 424/2018 del Tribunale di Nuoro, superando la sentenza 11504/2017, che aveva messo in soffitta il principio del tenore di vita come criterio per la commisurazione dell'assegno divorzile e abbracciando i principi sanciti dalle S.U. 18287/2018 ha riconosciuto alla ex-moglie un contributo mensile di 800 euro. Il giudice di merito ha infatti rilevato che tra i due coniugi il divario economico creatosi dopo la sentenza di divorzio doveva essere riequilibrato. Questo perché oggettivamente, nel mercato del lavoro una donna di cinquantanni non ha la possibilità di trovare un impiego più retribuito di quello che ha già, inoltre non si può ignorare il fatto che la ex moglie, per tutta la durata del matrimonio, ha contribuito in misura notevole all'andamento della vita famigliare, crescendo ben tre figli maschi. In casi come questi il giudice deve inoltre valutare, dopo aver studiato le rispettive dichiarazioni dei redditi e incaricato la Guardia di finanza di compiere le dovute indagini, quanto il coniuge più debole ha contribuito alla formazione del patrimonio comune e a quello dell'ex, se ha le potenzialità future di provvedere a se stesso autonomamente e se la situazione creatasi durante la vita matrimoniale è frutto della scelta di entrambi i coniugi". 

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