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“Dite tutti i giorni ai figli che li amate”, la lettera del papà di Amelia morta a 7 anni

Il dolore e la voglia di ricordare la figlia di Corrano e Rossana, i genitori dei genitori della piccola Amelia, stroncata improvvisamente a soli 7 anni da una patologia dell’apparato intestinale di cui nessuno si era mai accorto. In suo onore hanno deciso di donare gli organi ma anche di fondare un’associazione per aiutare gli altri bimbi in difficoltà.
A cura di Antonio Palma
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"Accarezzate i vostri bambini, dite loro di pensare ad una cosa bella così arriverà un sogno meraviglioso, dite loro che non saranno mai soli e che voi, il suo papà e sua mamma, voi sarete sempre lì", è la toccante lettera di Corrado Sorrentino, papà di Amelia, una bimba cagliaritana stroncata improvvisamente a soli 7 anni da una patologia dell'apparato intestinale di cui nessuno si era mai accorto. "Quante volte mi sono adirato con Amelia per le briciole fatte cadere sul pavimento: oggi le vorrei, quelle briciole. Perdiamo tempo in cose inutili, successo, medaglie, progetti e ripicche, poi capiamo che la vita è un'altra. Va vissuta senza sprecare neppure un attimo" ha ricordato poi il campione di nuoto in una intervista a L'Unione Sarda in occasione della nascita  dell’associazione dedicata alla figlia  che come primo obiettivo avrà lo scopo di regalare un ecografo al pronto soccorso pediatrico.

Una impresa che non restituirà loro Amelia ma lenirà, anche se in minima, parte quel dolore atroce e immenso della perdita di una figlia in tenera età così come lo è stato decidere di donare gli organi della bimba per aiutare gli altri. "Siamo entusiasti all'idea che la bambina continui a vivere attraverso qualcun altro. Certo non è Amelia come l'abbiamo conosciuta, comunque è stata lei a offrire ad altri l'opportunità di vedere con i suoi occhi un mondo che può essere tanto brutto ma anche molto bello, se lo sai guardare" hanno spiegato Corrado e la moglie Rossana Pintus, campionessa di ginnastica. "È tutto irreale, difficile da spiegare. È il buio che abbiamo dentro, siamo parte del dolore. Durante il giorno ci stanno vicine un sacco di persone, in qualche modo andiamo avanti, però la sera, dentro casa, quel buio ci inghiotte" hanno ricordato i due genitori di Amelia.

"Lo ricordo come se fosse successo ieri notte, quel 20 luglio in cui cullavo per la prima volta Amelia tra le mie braccia, ero in ospedale, dentro una piccola saletta vicino alle camere delle neo mamme, non volevo disturbare ma avevo anche il desiderio di stare da solo con lei" ha scritto Corrado, aggiungendo: "Sebbene non riesco a vederla correre dentro casa sento molto chiaramente il suo profumo, non quello tipico dei bambini in generale, sento proprio il suo profumo, quello che aveva nei capelli e nel collo mentre era in ospedale. Sebbene non la veda infilarsi sotto il tavolo, sento il brivido mentre mi passa affianco, sento una voce nell’anima quando passo distratto davanti alla sua foto all’ingresso, ‘papaaaaaa!' , ‘hai ragione amore scusa papà è distratto', e le do un bacio chiudendo gli occhi, piano. Era il 20 luglio del 2011 quando accarezzai i capelli di Amelia per la prima volta ed era il 18 novembre del 2018 quando l’ho fatto per l’ultima volta pochi minuti prima che il suo viso scomparisse tra le fessure di quella piccola bara bianca, fino all’ultimo momento le ho accarezzato i capelli con la mano ma sin dal primo istante in cui è entrata nella nostra vita le ho accarezzato il cuore con l’anima come lei ha fatto con noi. Continuerò ad accarezzarle il cuore finché non la raggiungerò, perché un amore così non può finire, è vivo dentro e fuori di me ed è di una grandezza tale che non è descrivibile"

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