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Disastro ferroviario Andria – Corato: giudici da cambiare, a rischio l’imparzialità del processo

La Corte di appello di Bari ha accolto l’istanza di ricusazione dei giudici del Tribunale di Trani (Giulia Pavese presidente, Paola Angela De Santis e Filomena Sara De Rosa a latere) davanti ai quali si sta celebrando – ancora nelle fasi preliminari – il processo sul disastro ferroviario che il 12 luglio 2016, sulla tratta tra Andria e Corato, provocò la morte di 23 persone.
A cura di Davide Falcioni
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La Corte di appello di Bari ha accolto l'istanza di ricusazione dei giudici del Tribunale di Trani (Giulia Pavese presidente, Paola Angela De Santis e Filomena Sara De Rosa a latere) davanti ai quali si sta celebrando – ancora nelle fasi preliminari – il processo sul disastro ferroviario che il 12 luglio 2016, sulla tratta tra Andria e Corato, provocò la morte di 23 persone e il ferimento di altre 51. In giurisprudenza quella della ricusazione è una facoltà permessa a una parte quando il giudice non appaia credibile nell'esercizio della sua funzione giurisdizionale, dal momento che sarebbe minacciata la garanzia di imparzialità e terzietà del giudizio. Il presidente del Tribunale di Trani dovrà a questo punto nominare un nuovo collegio giudicante. A presentare l'istanza di ricusazione era stata nelle scorse settimane Ferrotramviaria, imputata e responsabile civile nel processo.

L'istanza di ricusazione risale al 6 giugno, quando Ferrotramviaria evidenziò che il Tribunale avrebbe "indebitamente anticipato il giudizio" di colpevolezza nei suoi confronti dando, in un provvedimento di accoglimento della richiesta di citazione della Regione Puglia come responsabile civile, "per presupposta l"inaffidabilità della Ferrotramviaria" con una "irrituale ed illegittima anticipazione del giudizio in ordine alla responsabilità dell'ente". Secondo i legali della società, gli avvocati Michele Laforgia e Tullio Bertolino, in presenza di una evidente anticipazione del giudizio di colpevolezza nei confronti dell'Ente la ricusazione proposta dalla società è un "atto dovuto per garantire la regolarità del processo". "Ferrotramviaria, che è una società con 530 dipendenti e alcuni milioni di utenti ogni anno, – dicono – non intende affatto sottrarsi al giudizio, ma ha diritto come ogni imputato alla presunzione di non colpevolezza e a essere giudicata in modo imparziale, come prescrive la Costituzione". Gli avvocati hanno ricordato inoltre che Ferrotramviaria "ha già provveduto, prima del processo, a corrispondere oltre 15 milioni di euro di risarcimento dei danni alle vittime ed ai familiari prima ancora che sia accertata la sua responsabilità". Nella dichiarazione di ricusazione si riferiva inoltre che uno dei tre giudici ha legami di parentela con una delle vittime e alcune parti civili.

Ferrotramviaria siede sul banco degli imputati insieme a 17 persone fisiche, dipendenti e dirigenti dell'azienda pugliese di trasporti e del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, accusati, a vario titolo, di disastro ferroviario, omicidio colposo, lesioni gravi colpose, omissione dolosa di cautele e violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro.

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