Dire “andate via” ai migranti è razzismo: l’ha stabilito la Cassazione
Affinché vi siano le condizioni per l'aggravante dell'odio razziale in un reato è "irrilevante l'esplicita manifestazione di superiorità razziale" e può essere applicata anche nel caso di espressione generiche di disprezzo verso gli stranieri come "che venite a fare qua… Dovete andare via". A precisarlo è una sentenza della Corte di Cassazione che ha confermato l'aggravante della finalità di discriminazione razziale, e il relativo aumento di pena, a un uomo di 40 anni già accusato di lesioni, in concorso con un'altra persona.
L'imputato chiedeva una riduzione della pena, affermando che le frasi a lui attribuite dai testimoni fossero generiche e non richiamassero a una presunta superiorità della razza. Tuttavia, ricorda la quinta sezione penale della Cassazione, l'aggravante della finalità di discriminazione o di odio etnico, nazionale, razziale o religioso "non ricorre solo quando l'espressione riconduca alla manifestazione di un pregiudizio nel senso dell'inferiorità della razza" ma anche quando la condotta "risulta intenzionalmente diretta a rendere percepibile all'esterno e a suscitare in altri analogo sentimento di odio etnico".
Frasi di questo genere, sostiene la Corte, sono "chiaramente espressive della volontà che le persone offese e gli altri cittadini extracomunitari presenti ai fatti lasciassero il territorio italiano a cagione della loro identità razziale". Anche il fatto che i due si fossero dati appuntamento presso un circolo frequentato da stranieri è stato considerato, assieme alla frasi pronunciate, indicativo della volontà di "diffondere odio verso la presenza nel Paese di soggetti appartenenti ad altra etnia".