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Diploma a 18 anni, le proposte della commissione ministeriale

Il Piano di riforma della commissione tecnica voluta dal Ministro dell’Istruzione contiene due proposte per anticipare a 18 anni il conseguimento del diploma.
A cura di Antonio Palma
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Diploma a 18 anni, le proposte della commissione ministeriale

La Commissione tecnica incaricata dal Ministro dell'istruzione Francesco Profumo di redigere un piano di rimodulazione dei percorsi scolastici per i ragazzi ha concluso il suo lavoro avanzando due ipotesi che hanno il comune obiettivo di anticipare di un anno il raggiungimento della maturità. Una proposta che come tutte le riforme scolastiche sicuramente accenderà le discussioni tra detrattori e  sostenitori e che sicuramente animerà il dibattito politico nella prossima legislatura. Il piano arrivato sulla scrivania del Ministero, infatti, dovrà essere esaminato dal prossimo governo a cui spetterà la scelta politica di portarlo avanti o cestinarlo. Nel primo caso ci si troverà davanti ad una scelta tra le due proposte concrete avanzate dalla commissione: anticipare l'inizio della scuola primaria a 5 anni o ridurre gli anni totali di scuola da 13 a 12 con la "quadriennalizzazione" delle superiori.

L'ipotesi più accreditata è la seconda perché sulla prima ci sono molte riserve dal punto di vista pedagogico. Anticipando di un anno l'obbligo scolastico, infatti, anche se permetterebbe di lasciare immutato il sistema, comporterebbe il taglio di un anno alla scuola dell'infanzia  e costringerebbe gli studenti delle media ad anticipare la scelta delle superiori di un anno. Ridurre invece il numero di anni della scuola superiore trasformandolo in 2+2 invece dell'attuale 2+3 sembra meno problematico ma soprattutto più economico. Dal Ministero infatti non nascondono che un altro degli obiettivi della revisione è un risparmio in termini economici pari a 1.380 milioni di euro.

I sindacati ovviamente sono già in allerta e pur non opponendosi totalmente alla riforma, vogliono stabilire paletti certi soprattutto dal punto di vista delle risorse umane. Per il Ministero i docenti in esubero andrebbero ricollocati "virtuosamente" dentro il sistema per migliorare l'offerta formativa e il sostegno didattico, ma nella pratica è ancora tutto da stabilire. "Siamo disponibili a ragionarci, se questa proposta fa parte di un progetto complessivo di riorganizzazione della scuola con l'obiettivo di elevare l’obbligo scolastico a 18 anni, ma se l’obbiettivo invece è solo quello di tagliare per far cassa per noi non va bene" spiegano dalla Cgil scuola. Dello stesso avviso la Cisl: "Per noi la questione non è soltanto anagrafica ma riguarda il livello di preparazione che diamo ai nostri ragazzi, la nostra scuola è simmetrica, non si possono fare salti. E’ importante arrivare prima o arrivare ben preparati?".

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