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Di Maio: “Sul Capo dello Stato Grillo ha espresso una sua idea, ma non è nel contratto”

Anche Luigi di Maio prova a smorzare i toni, dopo le polemiche che la frase di Beppe Grillo sui poteri del Capo dello Stato ha scatenato ieri: “Si riferiva all’abolizione dei senatori a vita e al reato di vilipendio. I cittadini non saranno perseguitati dall’ennesima riforma costituzionale che vuole cambiare l’assetto del proprio Paese”.
A cura di Annalisa Cangemi
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"Grillo ha esposto la propria idea che non è nel contratto di governo, quindi non è che adesso ci lanciamo in una grandissima riforma costituzionale sui poteri del Presidente della Repubblica perché non è negli accordi". Anche il vicepremier e leader del M5S Luigi Di Maio, intervistato in radio su ‘Non stop news' su Rtl 102.5, prova a smorzare i toni, dopo il discorso di Beppe Grillo dal palco di Italia 5 Stelle, in cui il comico ha detto che andrebbero riviste le competenze del presidente della Repubblica, e che dovrebbe avere meno poteri. Il M5S ieri sera, ha preso subito le distanze dalle dichiarazioni del garante del Movimento. Dichiarazioni che hanno portato a una smentita da parte di fonti governative, su una eventuale riforma costituzionale. "Tra l'altro, Grillo sicuramente si riferiva all'abolizione dei Senatori a Vita, che è una nostra vecchia battaglia perché pensiamo che i Senatori debbano essere eletti e basta, sicuramente all'abolizione del reato di vilipendio – perché questo discorso è stato introdotto legato al reato di vilipendio – anche per me un reato medievale. Detto questo ci tengo a dire che i cittadini non saranno perseguitati dall'ennesima riforma costituzionale che vuole cambiare l'assetto del proprio Paese".

"Andremo avanti per 5 anni per realizzare il contratto di governo. Avrà una brutta sorpresa chi scommette sulla caduta del governo", ha poi aggiunto Di Maio, a proposito delle tensioni nate nella maggioranza sul decreto fiscale. Mentre sulla manovra di bilancio, che ha ricevuto diversi rilievi da parte dell'Ue, ha precisato: "Stamattina manderemo la lettera alla Commissione Ue in cui ribadiremo che siamo disponibili a sederci al tavolo e riconoscere come interlocutori le istituzioni europee" – ha detto –"Sembra scontato ma c'è la percezione di un governo che non vuole interloquire, che vuole farsi i fatti suoi. Ma noi siamo nell'euro e nell'Europa e ci vogliamo restare", ha precisato.

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