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Di Maio: “Stiamo trattando con l’Ue per portare a casa la manovra. Non tradiremo gli italiani”

Dall’Europa non abbiamo ancora proposte ufficiali sul rapporto deficit/Pil e sugli sforzi necessari per evitare la procedura d’infrazione, l’unica cosa che posso dire è che se l’Ue ci chiede di tradire i cittadini, noi non lo faremo”, ha dichiarato all’agenzia di stampa Adnkronos il vicepremier Luigi Di Maio.
A cura di Charlotte Matteini
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In un'intervista concessa all'agenzia di stampa Adnkronos, il vicepremier Luigi Di Maio ha commentato le proteste dei "gilet gialli" francesi e la reazione del presidente Emmanuel Macron: "Quello che abbiamo visto è che il paladino dell'europeismo, Macron, ha dovuto fare marcia indietro rispetto al popolo che si è arrabbiato. Io spero che in Italia non si arrivi mai a quel che abbiamo visto in Francia, ma questo dipende solo da noi, a quanto terremo fede alle promesse, a quel che abbiamo detto. Quel che sta succedendo in Francia è l'esatta rappresentazione di un'Europa che non ascolta, di un governo francese che non ascolta e poi è costretto a fare passi indietro ma non credo che se ne esca con uno ‘scusa': una volta che hai perso la fiducia delle persone non ti torna più indietro".

"Certamente. Dalla Francia arriverà un bagno di umiltà per tutta l'Europa. Stando a quel che ha dichiarato Macron ieri, mi pare evidente che dovrà rivedere il rapporto deficit/Pil, si sta aprendo un caso francese. Allo stesso modo, noi in legge bilancio abbiamo quelle proposte che fanno parte del programma di governo e che sono anche le rivendicazioni dei gilet gialli. Noi la fiducia degli italiani non vogliamo perderla, questa per noi è la cosa più importante. Proprio guardando l'esperienza francese sono contento di andare contro quelli che sono i canoni del passato per le regole europee, perché quel che conta è innanzitutto non perdere la fiducia degli italiani. Poi dopo, col dialogo, viene tutto quello che riguarda i parametri europei, ma mettiamo al centro gli italiani", prosegue il vicepremier italiano.

Affrontando il tema della manovra italiana, Di Maio ha precisato che il governo conta di evitare la procedura di infrazione recuperando circa 4 miliardi di euro: "Non sono risparmi, bensì soldi che avanzano. Le misure noi non le tocchiamo. I numeri precisi li stabiliranno Conte e Tria nell'interlocuzione con l'Ue. Sicuramente, dalle relazioni tecniche emerge che le misure in questione costano meno di quanto previsto per due ordini di ragioni: 1. adesione della platea, 2. partono una a febbraio e l'altra a marzo, quindi dobbiamo spendere meno soldi e li recuperiamo in investimenti o in altro genere di intervento per abbassare il deficit. Contiamo di tirare su un mare di soldi dalle dismissioni degli immobili, c'è un piano ambizioso e realistico. Stiamo facendo una prima ricognizione. Non metteremo in vendita non i gioielli di famiglia, ma i patrimoni secondari che non servono allo Stato".

Con riguardo all'incontro di domani tra il presidente Conte e Juncker, Di Maio dichiara di essere "molto fiducioso". "Il mio pronostico è buono, stiamo facendo tutti i passaggi che servono per arrivare una soluzione che porti a casa la manovra e eviti la procedura di infrazione. Quel che conta è riuscire a portare a casa le promesse fatte agli italiani, non li tradiremo. Dall'Europa non abbiamo ancora proposte ufficiali sul rapporto deficit/Pil e sugli sforzi necessari per evitare la procedura d'infrazione, l'unica cosa che posso dire è che se l'Ue ci chiede di tradire i cittadini, noi non lo faremo".

Il 2019 "dovrà essere l'anno del salario minimo orario: viene sempre più richiesto in tutto il mondo perché i ragazzi vengono messi sempre più in competizione con le macchine", annuncia Di Maio. Sul contratto di governo, infine, Di Maio scongiura l'ipotesi del tagliando: "Non parlerei di tagliando: prima portiamo a casa, nel 2019, le cose importanti che chiedono gli italiani, poi il resto arriverà. Ma prima manteniamo tutte le promesse che abbiamo fatto, che sono tante. Nel contratto di governo rimetterei tutto quel che c'è e che dobbiamo portare a casa, quel che c'è da aggiungere è legato alla società che cambia".

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