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Di Maio: “Non credevo Renzi andasse così male in Sicilia, la sinistra si suicida da sola”

Il candidato premier del Movimento Cinque Stelle: “Non credevo che il Pd andasse così male, Noi possiamo arrivare al 40% e rompere il giochetto delle alleanze Pd-FI”
A cura di Antonio Palma
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"Volevo avviare la campagna elettorale contro il candidato di centrosinistra ma non credevo andasse così male alle elezioni siciliane e che il Partito Democratico e tutta l’ala di sinistra non lo riconoscesse più come leader. A quel punto non potevo legittimarlo io". Così il leader del M5S e  candidato premier  del Movimento Luigi Di Maio, è tornato a spiegare i motivi dietro al repentino passo indietro dopo aver sfidato Matteo Renzi ad un confronto pubblico in tv. "Il terremoto del voto in Sicilia ha completamente cambiato la prospettiva. Non so chi sarà il candidato del Pd. Non scommetterei su nessuno. La sinistra ha sempre dimostrato di litigare per le poltrone così tanto da suicidarsi politicamente da sola" ha proseguito poi Di Maio rispondendo alle domande di Fabio Fazio durante la trasmissione Che Tempo che Fa, aggiungendo: "Il centrosinistra risolva i proprio problemi interni e dica chi è il candidato premier e io lo affronterò".

Rimanendo i tema di prossime elezioni politiche, l'attuale vice presidente della Camera ha ribadito la speranza del Movimento di arrivare ad un maggioranza da solo e senza alleanze. "Questa è una legge elettorale per favorire un accordo tra Fi e Pd, hanno fatto il voto-trabocchetto per arginarci ma i numeri per fare l'accordo non li avranno. Noi, anche dopo il risultato in Sicilia, possiamo arrivare al 40% e rompere il loro giochetto", ha affermato infatti Di Maio. "Chi vota il M5S non lo farà a scatola chiusa. Noi vogliamo fare squadra. Per questo saprete prima i nomi di chi andrà a governare: si saprà già chi sarà il presidente del Consiglio, il Consiglio di ministri, quale il programma e il progetto per l’Italia" ha sottolineato il leader pentastellato.

"I nomi li conoscerete nei prossimi mesi. Quando creeremo una squadra di governo, sceglieremo persone che abbiamo una storia in quella materia. Un ministro lo immagino come una persona competente nella materia di cui si occupa ma deve avere anche sensibilità politica. Uno vale uno significa che da noi si partecipa, e che non decidono solo le segreterie di partito" ha spiegato Di Maio, proseguendo: "Abbiamo un programma legato alla difesa dei più deboli, contro la corruzione e che lotta per eliminare i privilegi".

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