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Di Maio: “In Italia non c’è un’emergenza razzismo, è solo un’arma di distrazione di massa”

Il vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio torna sulla proposta di abrogare la legge Mancino, affermando che in Italia non c’è alcuna emergenza razzismo e che questo argomento viene usato solo come “arma di distrazione di massa”: “Se continuiamo a discutere di questa roba, gli italiani non ci seguono, hanno altri problemi”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il vicepresidente del Consiglio, Luigi Di Maio, ribadisce un concetto già espresso negli scorsi giorni sia da lui che dal suo alleato di governo Matteo Salvini: in Italia “non c’è nessuna emergenza razzismo”. Secondo il ministro del Lavoro l’emergenza razzismo in Italia viene utilizzata solo come “un’arma di distrazione di massa”. Di Maio, ospite di Agorà estate, su Rai3, torna sulle parole del ministro della Famiglia Lorenzo Fontana, secondo cui andrebbe abrogata la legge Mancino. Una riforma che per Di Maio è solo una idea personale di Fontana: “Non dobbiamo alimentare discussioni di distrazione di massa. Non c’è nessuna emergenza razzismo. Se continuiamo a discutere di questa roba, gli italiani non ci seguono”. La discussione sul punto nasce anche dall’aggressione ai danni dell’atleta azzurra Daisy Osakue: Di Maio ci tiene a ribadire che l’uovo che l’ha colpita “si è scoperto essere stato lanciato dal figlio di un assessore del Pd”. In ogni caso, assicura Di Maio tornando sulla questione della legge Mancino, “gli italiani hanno altri problemi come tasse, burocrazia, lavoro e povertà e questo deve richiamare il governo alle priorità”.

Altro tema su cui arriva il commento del vicepresidente del Consiglio è quello dei vaccini: “Credo sia un tema che crea sempre grande discussione, per noi sono una priorità. Vogliamo che i bambini facciano i vaccini, che i genitori siano sensibilizzati, ma non è con gli obblighi e la minaccia di non andare a scuola che risolviamo il problema. Quello della sanzione è un approccio sbagliato, se il genitore non vaccina i figli dobbiamo agire sul genitore, non dobbiamo anche togliere il diritto allo studio ai bambini. Le vaccinazioni vanno fatte: chi pensa diversamente non la pensa come noi”.

Sulle grandi opere si troverà un accordo

Negli ultimi giorni è proseguito lo scontro nel governo sulle grandi opere, come Tav e Tap. Da una parte c’è Salvini che, con la Lega, vuole andare avanti, dall’altra c’è il MoVimento 5 Stelle che finora si è detto contrario. Di Maio si dice “estremamente fiducioso” sulla possibilità che si trovi un’intesa tra le due forze politiche. Per il vicepresidente del Consiglio il governo “è coeso”, e lui e Salvini si capiscono “al volo”. “Il M5s – continua – non ha un pregiudizio sulle grandi opere ma va ricordato che vuol dire spendere 10 miliardi per andare da Torino a Lione in un paese in cui spesso i cittadini non hanno autobus, strade e metro nelle periferie”.

Il capitolo lavoro

In vista della discussione al Senato del Decreto Dignità, il ministro del Lavoro si sofferma su quella che è la tematica di competenza del suo ministero. “La sinistra – afferma – ha fatto il Jobs Act e ha tolto la cassa integrazione agli operai per cessazione di azienda. Noi ci metteremo mano. Dovremo assicurare degli ammortizzatori sociali a questi padri e madri di famiglia per riuscire ad arrivare a un altro lavoro”. Sul Decreto Dignità, invece, Di Maio spiega che l’intenzione è quella di non porre la questione di fiducia al Senato.

Infine, un passaggio della sua intervista Di Maio lo dedica all’Ilva: “Non andremo in ferie, lavoreremo tutto agosto – promette -. Vuol dire che lavoreremo tutto il mese a tamburo battente” per trovare una soluzione per l’Ilva". “Qui – conclude – tutti quelli che governavano prima hanno fatto con noi la parte degli esperti. Il caso Ilva è eclatante. Perché mi hanno lasciato una procedura di gara piena di criticità, come dice l'Anac. Contestualmente mi hanno lasciato anche la trattativa sindacale. Hanno impiegato sei anni per arrivare a dirmi che devo decidere in due mesi quello che quelli di prima in sei anni non hanno fatto”.

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