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Di Maio: “Il sistema tedesco ci permetterà di governare da soli, nessun inciucio con il PD”

Il Movimento 5 Stelle si prepara per andare al governo. In un’intervista a Repubblica, il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio ha spiegato che probabilmente verrà anticipato il voto su Rousseau per la scelta del candidato premier M5S. In merito a future alleanze, Di Maio ha ribadito che i Cinque Stelle non accetteranno di fare accordi pre-elettorali con nessuno, ma si presenteranno alle Camere con il proprio programma.
A cura di Charlotte Matteini
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Le elezioni anticipate sembrano avvicinarsi e il Movimento 5 Stelle si prepara a presentare squadra e programma di governo. Come spiega il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio in un'intervista a Repubblica, il Movimento 5 Stelle è pronto ad anticipare il voto sul futuro candidato premier alle prossime politiche in piena estate, per poter arrivare dunque pronto già a settembre in caso di elezioni. Il nome del candidato presidente del Consiglio del Movimento 5 Stelle verrà scelto dagli attivisti con votazione sulla piattaforma Rousseau. Per quanto riguarda invece il dibattito sulla legge elettorale e l'accordo con il PD, l'onorevole Di Maio spiega: "Abbiamo sempre detto di essere pronti a votare leggi buone nel merito. Finora ci hanno sempre proposto leggi che hanno danneggiato il Paese. Sulla legge elettorale abbiamo risposto alla richiesta del capo dello Stato con profondo senso di responsabilità. Ci siamo confrontati nelle sedi istituzionali e alla luce del sole, senza inciuci sottobanco, su un modello su cui abbiamo chiamato a esprimersi i nostri iscritti. Solo dopo il loro ok, abbiamo portato la proposta al Pd".

"Puntiamo a superare il 40%, che col sistema tedesco ci permetterà di governare da soli. Quindi ci saranno tantissimi nuovi cittadini eletti in Parlamento", evidenzia Di Maio spiegando dunque il motivo che porta il Movimento 5 Stelle a sostenere questo tipo di sistema elettorale e aggiungendo che anche alle prossime elezioni verranno organizzate le parlamentarie on-line per formare le liste.

Se si andasse al voto con un proporzionale puro, e foste primi, lei ha detto che chiederete la fiducia su un programma preciso. È sicuro che non sarà necessaria un'alleanza più strutturale?
"Per noi è fondamentale un cambio culturale. La politica deve discutere di contenuti e occuparsi dei problemi reali dei cittadini, non di poltrone. Mentre gli altri partiti non parlano di nulla, ma si limitano a provare a copiarci sfornando Bob (un'app che sembra uscita dai primi anni 2000), noi da mesi affrontiamo i temi principali del programma e ogni settimana li sottoponiamo al voto degli iscritti".

Ma con chi vedrebbe più probabile un'alleanza dopo il voto? Con la Lega e la destra?
"Con chi appoggerà il nostro programma senza alleanze precostituite".

Mdp condivide la vostra battaglia sul reddito di cittadinanza. Potrebbe nascere un'intesa?
"Mdp è composto da persone che in questi quattro anni hanno votato quasi tutte le leggi vergognose varate da Renzi, contribuendo a farle approvare e a mettere in ginocchio l'Italia. Se supereranno la soglia di sbarramento al 5% avranno la possibilità di votarlo in aula quando saremo al governo e vedremo se fanno sul serio o sono le solite chiacchiere".

Nessun tipo di alleanza con il Movimento 5 Stelle, quindi, Di Maio spiega in maniera diretta che qualora M5S dovesse andare al governo, non accetterà di creare larghe intese, ma proporrà invece il proprio programma alle altre forze politiche, che dovranno poi decidere se sostenerlo o no.
"La prima cosa che faremo sarà approvare il reddito di cittadinanza, le coperture le abbiamo già. In questo modo rimettiamo al centro il lavoro e facciamo ripartire i consumi. Poi ci vuole una seria lotta alla corruzione, abolizione di Equitalia, degli studi di settore e dell'Irap per dare ossigeno alle imprese che vogliono crescere, avvio del programma di conversione energetica verso le rinnovabili". Sebbene il candidato premier verrà scelto dagli attivisti su Rousseau, la squadra dei ministri invece verrà decisa in autonomia dal candidato presidente del Consiglio dopo la votazione online: "Una cosa è certa: presenteremo una squadra di altissimo livello prima delle elezioni. Sfido i partiti a fare altrettanto".

In merito alle polemiche di Matteo Renzi contro le inchieste della magistratura e la diffusione di intercettazioni secretate sui giornali, Di Maio dichiara: "È stato Silvio Berlusconi ad alimentare per 20 anni lo scontro con la magistratura, gridando al complotto ogni volta che indagava su di lui e portando avanti un attacco violentissimo di delegittimazione nei confronti dei giudici. Renzi si è mosso sulla stessa linea, quando ha evocato complotti per il caso Consip, in cui sono indagati per reati gravissimi suo padre e Luca Lotti. È un corto circuito che interromperemo, per noi la magistratura deve poter fare nelle migliori condizioni il suo lavoro. La doppia morale è quella di Renzi che sul caso Banca Etruria protegge la Boschi nonostante vi sia un conflitto di interessi insostenibile e poi invece fa dimettere ministri come Lupi e Guidi. A proposito: la querela a De Bortoli non è mai arrivata. Sa cosa vuol dire? Che la Boschi ha spudoratamente mentito in Parlamento a tutto il popolo italiano".

Non ha risposto su Raggi.
"Abbiamo sempre detto: la giustizia faccia il suo corso. Oltre alle decisioni dei giudici, ci sono i principi morali, etici e di opportunità politica di cui bisogna tenere conto di volta in volta. Un politico accusato di fatti gravi, come la corruzione, davanti a elementi sostanziali deve fare un passo indietro anche con un semplice avviso di garanzia e molto prima che arrivi una sentenza. Questo vale per gli altri partiti come per noi. Ma un avviso di garanzia per un atto dovuto è una cosa diversa".

Sta definendo il falso e l'abuso d'ufficio di cui è accusata la sindaca atti dovuti?
"No, sto dicendo che in questo caso stiamo parlando di una firma sotto a un foglio e nel caso specifico è ovvio che si indaghi".

Potrebbe restare anche se condannata?
"No. Il nostro codice etico vale per tutti gli eletti e prevede le dimissioni in caso di condanna in primo grado".

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