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Di Maio a Taranto, mamma rifiuta di stringergli la mano: “Mio figlio morto e lui fa passerella”

Contestazioni a Taranto per il vicepresidente del Consiglio, Luigi Di Maio, sulla questione ex Ilva, durante un incontro con alcune associazioni cittadine. Carla Lucarelli, madre di un ragazzo di 15 anni morto di recente per tumore, lascia il tavolo e accusa: “Io la mano e l’abbraccio da Di Maio non li accetto. È la solita presa in giro, ora ci sono le europee ed è venuto a fare passerella”.
A cura di Stefano Rizzuti
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La giornata del vicepresidente del Consiglio, Luigi Di Maio, a Taranto, ha vissuto anche momenti di tensione e contestazioni. Una delle quali è quella di Carla Lucarelli, mamma di Giorgio di Ponzio, il 15enne di Taranto morto di tumore a gennaio. Lucarelli ha abbandonato il tavolo convocato dallo stesso Di Maio per confrontarsi con le associazioni ambientaliste cittadine sul caso dell'ex Ilva. E ha poi spiegato: “Io la mano e l'abbraccio da Di Maio non li accetto. Accetterò una stretta di mano seria nel momento in cui prenderà le decisioni serie per Taranto, cioè la chiusura delle fonti inquinanti, adesso basta. Taranto è bella quando serve. È la solita presa in giro, ora ci sono le europee ed è venuto a fare passerella. Di nuovo Taranto si presta ad essere una passerella per la campagna elettorale. Non è cambiato nulla, l'unica cosa è che altri bambini sono morti”.

La donna ha risposto anche a chi sottolinea come Di Maio oggi abbia detto di non aver mai voluto chiudere l’Ilva: “C’è solo da riderci sopra, perché ci sono i filmati dove parla durante la campagna elettorale che ha fatto su Taranto”. Ad abbandonare la sala anche altri esponenti delle associazioni convocate, come i rappresentanti del movimento Giustizia per Taranto: “Non ha mostrato alcun rispetto per noi”, hanno lamentato.

Ma per Di Maio il pensiero sembra non essere rivolto solo a Taranto, tanto che una quelle questioni centrali affrontate oggi dal vicepresidente del Consiglio è quella riguardante il sottosegretario leghista Armando Siri: “Il mio obiettivo è chiaro come capo politico e come esponente del governo del cambiamento. Un governo del cambiamento mette in panchina persone come Siri a cui vengono contentati reati, molto, molto gravi, per quanto mi riguarda Siri si dovrà dimettere. Ci aspettiamo di più. Lo chiedo a tutto il governo”.

Poi Di Maio torna sulla questione ex Ilva: “Sono tornato dopo tanti mesi perché volevo portare i fatti e capisco la rabbia della città. Comunque, posso dire che con il decreto crescita è stata abolita l’immunità penale per chi gestisce il siderurgico”. Poi aggiunge: “Sono qui per dire che ieri, martedì 23 aprile, in consiglio dei ministri abbiamo abolito l'immunità penale che permetteva ai vertici di Ilva di potere godere di alcune esimenti legate a reati ambientali e legate ad alcuni reati odiosi che hanno fatto tanto male ai cittadini di Taranto. Non è una vittoria del governo ma è una vittoria dei tarantini”.

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